Monza, “date 3 milioni a Sangalli”. Il Comune condannato a restituire il denaro

La Corte di Appello di Milano ha accertato che la cifra era stata trattenuta in modo illegittimo all’azienda che si occupa dei servizi di igiene pubblica

La raccolta della spazzatura a Monza

La raccolta della spazzatura a Monza

Monza, 15 aprile 2023 - Tre milioni e 350mila euro da pagare alla Sangalli. È la sentenza boomerang che il Comune di Monza si è visto arrivare dalla Corte di Appello di Milano per una causa civile intentata dall’impresa che si occupa dei servizi di igiene urbana nel 2017. I giudici milanesi si sono infatti accorti che il Tribunale di Monza, in primo grado, aveva concluso che l’ingente somma non era dovuta al Comune ma, "dopo avere accertato l’illegittimità delle trattenute" per pari importo fatte dall’Amministrazione comunale alla Sangalli, "ha omesso di pronunciarsi sulla domanda di condanna alla restituzione della somma" all’azienda monzese.

Il Comune di Monza, intervenendo nel processo di appello perché chiamato in causa dalla Sangalli, ha presentato anche un proprio motivo incidentale richiedendo nuovamente gli oltre 3 milioni di euro. E invece è stato condannato a restituirli con gli interessi e a pagare la metà delle spese di giudizio sostenute dalla Sangalli, comprese quelle del primo grado. La Corte di Appello ha accertato che la cifra a sei zeri era già stata trattenuta dal Comune con trattenute mensili da quasi 124mila euro ciascuna, da gennaio 2015 a marzo 2017, per "prestazioni irregolarmente fornite per minori costi per personale, mezzi, servizi e forniture". Ma tra Comune e Sangalli, ricostruiscono i giudici, nel gennaio 2015 era intervenuto un accordo transattivo, anche a seguito dello scandalo dell’inchiesta penale per mazzette che aveva coinvolto l’impresa.

Nel giudizio di appello l’Amministrazione comunale ha sostenuto che la somma era dovuta per periodi successivi a quelli della transazione. "Appare strumentale la contestazione sollevata in questa sede dal Comune - sostiene invece la Corte di Appello - dal momento che, a fronte della riduzione del canone annuo di 1,2 milioni di euro offerto dalla Sangalli in via transattiva, il Comune si impegnava a non pretendere più nulla".