Cesano Maderno, maltrattamenti ai bambini: condannate due maestre di scuola materna

Il Tribunale di Monza ha inflitto la pena di 1 anno e 10 mesi di reclusione con la sospensione condizionale ciascuna

Violenza sui bambini (foto di repertorio)

Violenza sui bambini (foto di repertorio)

Cesano Maderno (Monza Brianza) - Il gup del Tribunale di Monza Marco Formentin ha condannato a 1 anno e 10 mesi di reclusione con la pena sospesa due maestre di una scuola materna di Cesano Maderno per maltrattamenti, falso in atto pubblico e peculato. Le insegnanti, R.T., 54 anni, di Desio e F.C., 53 anni, di Cormano, già raggiunte dalla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività di insegnante ed educatore per la durata di 9 mesi, sono state anche condannate a pagare un risarcimento dei danni con una provvisionale di 1.000 euro ciascuna alle famiglie di una dozzina di bambini che si sono costituiti parti civili con gli avvocati Cristina Ricci e Gianluca Crusco.

A denunciare le maestre ai carabinieri la stessa dirigenza scolastica dell'istituto per l'infanzia dopo avere raccolto le preoccupazioni dei genitori di alcuni alunni che avevano iniziato a manifestare strani comportamenti aggressivi o si mostravano impauriti. Entrambe le maestre erano accusate di concorso in maltrattamenti nei confronti degli alunni che sarebbero stati strattonati, colpiti con sberle sulla testa, minacciati ed ingiuriati.

Fatti contestati da settembre 2018 fino a giugno 2019, quando le maestre erano state filmate dalle videocamere istallate dai carabinieri. Le insegnanti erano poi imputate di falso commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico perché avrebbero, nello stilare i profili di uscita dalla scuola materna di tre bambini, da inoltrare alla scuola primaria per aiutare a costituire le nuove classi, scritto informazioni non veritiere su alcuni bambini e le loro famiglie e anche di peculato perchè si sarebbero appropriate per uso personale di bottiglie di acqua, ceste di frutta e di pane. Le imputate negano le accuse, sostenendo innanzitutto che non ci sono stati maltrattamenti ai bambini e sono pronte a ricorrere in appello contro la condanna.