STEFANIA TOTARO
Cronaca

Casa di riposo degli orrori a Besana Brianza: patteggiano tutti

Maltrattamenti, insulti, schiaffi, ospiti scoperti di notte per dispetto, le condanne più alte a 1 anno e 8 mesi. Pena sospesa

Maltrattamenti sugli anziani nella casa di riposo a Besana Brianza

Besana Brianza (Monza Brianza), 30 settembre 2020 - Per i maltrattamenti ai degenti della casa di riposo due patteggiamenti a 1 anno e 8 mesi e altri due a 1 anno e 4 mesi, tutti con la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna sul certificato penale. Ammesse le due costituzioni di parte civile presentate da familiari delle vittime e anche quella della Fondazione Scola che gestisce la struttura e che aveva segnalato i presunti abusi.

Questa la sentenza decisa ieri dalla gup del Tribunale di Monza Cristina Di Censo per i quattro operatori socio assistenziali coinvolti nell’orrenda vicenda portata alla luce nell’estate 2019 dagli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Seregno. La pena più alta è stata concordata con la pm della Procura di Monza Cinzia Citterio da due imputate di maltrattamenti aggravati e continuati, due donne (una nel frattempo è andata in pensione e l’altra sta seguendo un percorso psicologico di recupero per sondare i motivi dei suoi comportamenti violenti), mentre la pena minore è stata patteggiata dai due coimputati minori (tra cui un sudamericano). Per patteggiare gli imputati hanno offerto ai familiari delle vittime delle somme come risarcimento dei danni. Molto combattuta dalla difesa degli imputati la costituzione di parte civile della Fondazione Scola, accolta invece dalla giudice.

"È stato riconosciuto il nostro diritto a stare in questo processo in quanto danneggiati da questa vicenda - ha commentato Luisa Villa, presidente della Fondazione, rappresentata in aula dall’avvocata Stefania Zorloni - Per noi non è una questione economica ma la legittimazione della nostra funzione sociale". Era stata la dirigenza della casa di riposo, che aveva raccolto i racconti di alcuni colleghi degli imputati, a fare la segnalazione ai carabinieri. "Fai schifo", "ma quando muori?", "Adesso qui ci vorrebbe un’insulina fatta bene...", queste alcune delle frasi pronunciate e catturate dagli investigatori nel corso dell’inchiesta, coadiuvata da intercettazioni ambientali e immagini registrate con microspie, che ha evidenziato come i quattro dipendenti del ricovero (la posizione di un’altra donna è stata stralciata ed è stata presentata richiesta di archiviazione perché non sono risultati elementi a suo carico), fossero soliti schiaffeggiare gli anziani, strattonarli e spintonarli, insultarli e minacciarli di morte.

Non solo, a quanto emerso, per puro “divertimento” di notte avrebbero scoperto gli ospiti, lanciando loro acqua sul viso, accanendosi in particolare su anziane donne di cui alcune con difficoltà motorie o affette da disabilità. Le vittime, quantomeno sei degenti di età compresa tra gli 81 e i 99 anni, erano in molti casi donne affette da Alzheimer.