STEFANIA TOTARO
Cronaca

Besana, maltrattamenti alla casa di riposo: due operatrici risarciscono le vittime

Una è andata in pensione, l’altra segue un percorso di recupero. Nessuna richiesta di riti alternativi per gli altri 2 imputati

I carabinieri davanti alla casa di riposo Scola

Besana (Monza e Brianza), 1 febbraio 2020 Vogliono patteggiare la pena, dopo avere versato un risarcimento dei danni alle anziane vittime, due dei quattro operatori socio assistenziali accusati di maltrattamenti ai degenti della casa di riposo di Besana Brianza. A voler concordare la pena sono due donne (una nel frattempo è andata in pensione e l’altra sta seguendo un percorso psicologico di recupero per sondare i motivi dei suoi comportamenti violenti e per lavorare su se stessa affinchè quanto commesso non succeda mai più), mentre i due coimputati minori (tra cui un sudamericano) non hanno presentato richieste di riti alternativi. Tutti sono chiamati a presentarsi il 23 aprile per l’udienza preliminare al Tribunale di Monza, dove il giudice valuterà se i patteggiamenti richiesti sono da ritenersi congrui e se rinviare a giudizio i restanti accusati che, in questo caso, dovranno affrontare un processo.

E’ stata la pm monzese Cinzia Citterio, titolare del fascicolo penale, a chiedere i rinvii a giudizio per l’orrenda vicenda, portata alla luce l’estate scorsa dagli accertamenti dei carabinieri della Compagnia di Seregno dopo la segnalazione fatta ai militari dalla stessa dirigenza della casa di riposo, che aveva raccolto i racconti di alcuni colleghi degli attuali imputati per maltrattamenti aggravati e continuati. "Fai schifo", "ma quando muori?", "Adesso qui ci vorrebbe un’insulina fatta bene...", queste alcune delle frasi pronunciate e catturate dagli investigatori nel corso dell’inchiesta dalla Procura di Monza, coadiuvata da intercettazioni ambientali e immagini registrate con microspie, che ha evidenziato come i dipendenti del ricovero, tre donne e un uomo (la posizione di un’altra donna è stata stralciata e va verso la richiesta di archiviazione perchè non sono risultati elementi indizianti a suo carico), fossero soliti schiaffeggiare gli anziani, strattonarli e spintonarli, insultarli e minacciarli di morte.

Non solo, a quanto emerso, per puro "divertimento" di notte avrebbero scoperto gli ospiti, lanciando loro acqua sul viso, accanendosi in particolare su anziane donne di cui alcune con difficoltà motorie o affette da disabilità. Le vittime, quantomeno sei degenti di età compresa tra tra gli 81 e i 99 anni, erano in molti casi donne affette da Alzheimer, quindi in una condizione psichica di enorme fragilità. L’orrore a cui sono state sottoposte, secondo quanto documentato dai carabinieri, andava avanti almeno da dicembre di due anni fa. Sono state le intercettazioni ambientali e i filmati delle telecamere nascoste dagli investigatori a confermare i sospetti avanzati dalla direzione della casa di riposo. Erano stati proprio i componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione Scola ad avvertire i carabinieri, dopo aver ricevuto le segnalazioni di alcune assistenti socio assistenziali circa il trattamento riservato dai colleghi operatori alle degenti più indifese. Violenze fisiche e psicologiche.