MARCO GALVANI
Cronaca

San Gerardo, il 26 maggio la nuova palazzina: ecco cosa succederà

Con un anno di ritardo. Ma Cup, ambulatori e galleria commerciale partiranno il 6 giugno

La nuova ala del San Gerardo

Monza, 13 maggio 2016 - Finalmente apre, con un anno di ritardo rispetto al cronoprogramma del cantiere, la nuova palazzina dell'ospedale. A fare gli onori di casa il 26 maggio, Matteo Stocco, direttore generale dell'Azienda socio-sanitaria territoriale San Gerardo. Anche se le attività ambulatoriale, del Centro unificato di prenotazione e della galleria commerciale partiranno il 6 giugno. Proprio nel giorno in cui Monza festeggia San Gerardo. 

Dopo polemiche e ritardi, l'ospedale e il suo cantiere possono guardare avanti.

"Ora i collaudi sono stati completati e già in questi giorni, nei limiti del possibile, nei vari ambulatori si stanno facendo gli scatoloni in vista del trasloco - spiega Stocco -. Ovviamente abbiamo preventivato un calo dell'attività bloccando per quel periodo le prenotazioni ma tutte le visite programmate saranno garantite. In ogni caso approfittiamo del periodo della festa del 2 Giugno dove c'è comunque un calo dei numeri per facilitare lo spostamento e creare il minor disagio possibile ai pazienti".

Quali servizi troveranno gli utenti nella nuova palazzina?

"Al piano terra ci saranno le 25 postazioni del Centro unificato di prenotazione, una sala d’attesa e il nuovo centro prelievi, oltre a una galleria commerciale con una caffetteria, l’edicola, un negozio di fiori, uno di intimo e biancheria, un ristorante e una cioccolateria. Ai piani superiori, invece, - raggiungibili attraverso 11 ascensori - ci saranno gli ambulatori, le sale chirurgiche per piccoli interventi in regime appunto ambulatoriale. Mentre al piano interrato ci sarà la nuova radiodiagnostica (che però sarà operativa per il mese di luglio) e una sala congressi da 300 posti".

I lavori hanno interessato anche il vecchio avancorpo.

"Nel rinnovato vecchio avancorpo - continua Stocco - troveranno posto la Neuropsichiatria infantile, gli ambulatori e il day hospital oncologico, gli uffici della direzione sanitaria e la Terapia intensiva neonatale che avrà la particolarità di essere dotata di family room ovvero stanze in cui i piccoli pazienti possono vivere il periodo del ricovero insieme a mamma e papà come se fossero nella loro cameretta di casa. Vecchio avancorpo che sarà collegato alla nuova palazzina da due corridoi percorribili dai pazienti che necessitano di accedere alla parte dedicata alle degenze".

La fase I del cantiere è completata. Ora inizia l'intervento più invasivo.

"Il prossimo passo sarà l'avvio della ristrutturazione del monoblocco. In particolare la Fase 2 sarà concentrata sul settore centrale, il B. E ovviamente dovremo cercare di creare le minori interferenze possibili con l'attività di un ospedale che non può certo chiudere. Anzi, durante il cantiere ci siamo posti l'obiettivo di aumentare l'attività dei reparti proprio perché i pazienti non devono risentire dei lavori".

Quali saranno i tempi per i prossimi lavori?

"Una volta concluso il trasloco nella nuova palazzina, fra i mesi di giugno e settembre le squadre di addetti inizieranno tutte le opere propedeutiche al cantiere del settore B. Abbiamo già un calendario dei vari spostamenti e accorpamenti che ci permetteranno di liberare l’intero settore e «isolare» le altre due ali del monoblocco su cui si interverrà in un secondo momento. Parte dei reparti verrà spostata fra i settori A,C e D negli spazi liberati dagli ambulatori trasferiti nella nuova palazzina"

Il ritardo di un anno si ripercuoterà sulla fine dei lavori?

"Un ritardo complessivo lo abbiamo inevitabilmente messo in conto rispetto alla data prevista in partenza che era il dicembre del 2019. Tuttavia stiamo cercando di organizzare il lavoro in modo da recuperare quanto più tempo possibile sulla tabella di marcia. Già con lo svuotamento del settore B, nei prossimi mesi, riusciamo a portarci avanti coi lavori e questo ci permetterà di avviare la Fase 2 entro la fine dell’anno".

I ritardi si sono tradotti in maggiori costi: oltre 1 milione di euro

"L’importante è che il cantiere sia ripartito e stia procedendo spedito. Certamente nel piano finanziario del cantiere ogni spesa ha la sua incidenza più o meno importante. In ogni caso la Regione Lombardia porterà a compimento quest’opera garantendo le risorse necessarie. Gli intoppi che hanno bloccato il cantiere non erano affatto legati alla mancanza di risorse economiche ma a problemi burocratici e amministrativi".

Per coprire i 207 milioni si doveva vendere l’ospedale Vecchio

"Ovviamente l’alienazione dell’Umberto I di via Solferino sarebbe importante. Nei mesi scorsi, dalla precedente direzione ospedaliera era stata chiesta una nuova valutazione dell’Agenzia del Territorio sul valore immobiliare dell’area in vendita e nel segno della continuità pubblicheremo a breve un nuovo bando. Si tratta di una parte di città strategica e che comunque continua a ospitare poliambulatori".

Quali saranno i termini?

"Il primo bando prevedeva una base d’asta di circa 50 milioni di euro. Nessuno aveva avanzato una proposta. Oggi la valutazione è stata ridimensionata, in base all’andamento del mercato e alla situazione economica generale, a una cifra di circa 37 milioni di euro. Speriamo che alle nuove condizioni l’area possa riscuotere un interesse".

Il 6 giugno è San Gerardo. Data scaramantica?

"Confesso che è stata una pura casualità. Con i lavori e i collaudi pronti in questo periodo abbiamo solo scelto il periodo più pratico per il trasloco. Abbiamo realizzato dopo che il 6 giugno è la festa del Santo che per primo realizzò nel XII secolo a Monza una struttura di assistenza. Questa coincidenza non voluta spero sia di buon auspicio per l’intero cantiere".