
L'inaugurazione de Il Liutaio di Concorezzo
Concorezzo (Monza Brianza), 1 novembre 2017 - I loro eroi sono Nicola Amati, l’inventore del violino, Antonio Stradivari e Andrea Guarneri, i più celebri liutai di tutti i tempi. Lorenzo Radaelli e la fidanzata Ilaria Anastasi non si sentono inattuali se a 25 anni, nell’era di Internet e delle start up innovative, si sono messi a costruire violini, viole e violoncelli proprio come li facevano i maestri di quest’arte antica, inventata più di 400 anni fa. Lorenzo e Ilaria si sono conosciuti sui banchi di scuola a Cremona e si sono innamorati. Il progetto di vita assieme li ha portati ora ad aprire la bottega di raffinati artigiani. Il laboratorio di liuteria in via Cesare Battisti (www.illiutaio.com), nel centro storico di Concorezzo, è stato inaugurato il 28 ottobre. Lorenzo a 15 anni si è trasferito dalla Brianza a Cremona per frequentare la "Scuola internazionale di liuteria Antonio Stradivari". Dopo il diploma, la scuola di specializzazione a Milano. «Ho fatto anche una breve esperienza anche a Pittsburgh negli Stati Uniti, dove ho lavorato per tre mesi con un liutaio e ho potuto conoscere la famosa Pittsburgh Symphony Orchestra». Poi il ritorno in Italia e la scelta di tuffarsi anima e corpo in questa arte antica. Ilaria invece è venuta al Nord dalla Sicilia a inseguire il suo sogno di liutaia. Ora si sta perfezionando, anche lei a Milano.
Tra tanti bravi giovani che vanno via dall’Italia per cercare fortuna all’estero, c’è chi ritorna: "Ci tenevo a fare qualcosa di mio a Concorezzo, il paese dove sono nato, ed è il massimo poter condividere questa esperienza con la mia ragazza". Costruiscono tutto a mano, come hanno insegnato gli antichi maestri. Il lavoro comincia dalla scelta del legno da scavare, smussare, arrotondare, lisciare, rifinire con bordi e canali di filetto usando lime, scalpelli, pialle, scalpelli, sgorbie di varie misure. Il tipo di legno utilizzato oggi dai liutai è lo stesso dai tempi di Amati: l’abete rosso della Val di Fiemme per le sue qualità acustiche, ideale per le casse armoniche, l’acero dei Balcani per la sua bellezza e non solo quella.
"Sono materiali irrinunciabili per costruire strumenti dal suono pulito e perfetto e che uniscano estetica e funzionalità". Il legno deve essere stagionato almeno per 10 anni e avere venature regolari: "Passo il tempo ad accarezzarlo per capire se ha il giusto spessore e se è venuto il momento di lavorarlo", spiega Lorenzo. Ogni strumento è come una creatura: "Costruirli e poi sentirli suonare è un’emozione unica". Per questo ogni liutaio lo firma e timbra a fuoco l’interno. Ci vogliono ore e ore di pazienza certosina per modellare la materia grezza. Poi si devono mettere assieme tutti i pezzi, dal più grande al piccolo, con colle destinate a durare nel tempo, ma che all’occorrenza si possono sciogliere per aprire il violino senza rovinarlo. Poi servono altre settimane per verniciare con resine speciali «anche queste prodotte da noi». Infine la calibratura e messa a punto del suono "lavoro che va fatto con il violinista che lo suonerà. Va adattato a chi lo suonerà e al tipo di musica che dovrà fare". I due giovani liutai sperano di riuscire a trovare un proprio mercato in un settore molto di nicchia: in Brianza le botteghe sono quasi scomparse. Potranno aiutarli la vicinanza di Milano e del suo Conservatorio ma sperano di farsi conoscere e apprezzare anche all’estero grazie a Internet.
"Lorenzo è un esempio per i nostri ragazzi, la sua è la storia di un giovane mastro liutaio di 25 anni che ha realizzato un sogno e che, con la sua abilità artigianale, confeziona strumenti di grande valore. Questa è anche un po' la storia della Brianza, lavorare il legno con passione, impegno e sacrificio, e creare qualcosa di unico". Lo ha detto il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, all'inaugurazione della bottega La presenza di Sala al taglio del nastro fa parte del tour 'La forza della Brianza', visita alle eccellenze del territorio brianzolo, a Concorezzo l’apertura del Villagio di Natale di AgriBrianza. "Il nostro è un artigianato di qualità, si tratta un'alta professionalità fatta di storia e tradizioni apprezzata in tutto il mondo, è bello vedere che i nostri giovani la vedono ancora come una professione moderna, un'opportunità per il futuro" ha aggiunto Sala: "Vogliamo dare ai giovani la possibilità di fare ciò che li appassiona, di investire nei propri sogni e di promuovere la propria professionalità".