ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

"Ecco il mio Arengario, tra storia e modernità”. L’archistar Stefano Boeri studia il restauro del simbolo di Monza

Il celebre progettista si occuperà di disegnare l’intervento di riqualificazione. L’edificio medievale è chiuso da quattro anni perché inaccessibile ai disabili

L’architetto Stefano Boeri durante il sopralluogo di ieri pomeriggio all’Arengario

L’architetto Stefano Boeri durante il sopralluogo di ieri pomeriggio all’Arengario

Monza – Si punta in alto per i lavori da realizzare in Arengario. Chiamando l’archistar Stefano Boeri. L’antico palazzo comunale simbolo di Monza, chiuso da prima del Covid per la presenza di barriere architettoniche che ne impediscono l’accessibilità a persone con disabilità motorie, vedrà la mano del celebre architetto milanese per la progettazione degli interventi che ne garantiranno la piena accessibilità a tutti, a cominciare dall’ascensore. L’amministrazione comunale ha assegnato allo studio Stefano Boeri Architetti il compito di trovare la soluzione architettonica migliore, mentre ieri pomeriggio Boeri e il suo staff di professionisti hanno effettuato un primo sopralluogo nell’edificio.

"Questa è una sfida difficile e appassionante – confessa l’archistar –. Si tratta di un’architettura di quasi 800 anni che ha un valore straordinario. Nella sua storia ha avuto condizioni di accessibilità diverse. Noi punteremo a valorizzare almeno uno dei filoni storici che ha fatto da spirito guida alla vita di questo prezioso edificio. Qualsiasi sarà la soluzione che penseremo, la Sovrintendenza sarà il nostro interlocutore privilegiato”.

È ancora troppo presto per dire quali soluzioni saranno adottate dal prestigioso studio meneghino. Ciò che già si può affermare è che non è detto che verrà confermata l’idea progettuale pensata dal Comune di un ascensore esterno in vetro. "Formuleremo una serie di scenari – chiarisce Boeri –, almeno due o tre alternative che poi discuteremo con sindaco e assessori. Sicuramente coinvolgeremo anche studiosi di storia dell’arte e architettura”.

E alla domanda se sarà solo tradizione o ci sarà anche un tocco di modernità, che sempre contraddistingue i progetti dell’archistar milanese: "Qualsiasi intervento si farà, avrà inevitabilmente anche il segno della contemporaneità”. Lui di contemporaneità ne sa qualcosa, avendola tracciata di sua mano con edifici che di fatto sono entrati negli annali dell’architettura. Noto al grande pubblico soprattutto per il Bosco verticale di Milano, Boeri è stato ideatore in realtà anche di tante altre strutture che hanno lasciato il segno, come la Villa Méditérranée di Marsiglia o l’ex arsenale de La Maddalena in Sardegna.

Per Monza ha già lavorato al progetto delle case Aler di via Baradello, che saranno ristrutturate sulla stessa idea concettuale del Bosco verticale milanese, con facciate ed esterni “abitati“ da verde rampicante e florida vegetazione, uniti all’uso di alta tecnologia per migliorare l’estetica e l’abitabilità (i lavori termineranno a fine 2025). Ora tocca all’Arengario, per cui il Comune nell’ultima variazione di bilancio di giugno ha già stanziato i 700mila euro necessari per progettazione e lavori. "La prima urgenza è di procedere con l’abbattimento delle barriere architettoniche e la messa in sicurezza dell’edificio secondo i parametri dei vigili del fuoco, che saranno eseguiti con questo intervento – chiarisce il sindaco di Monza, Paolo Pilotto –. Poi si darà una bella ripulita a tutti gli interni e potrà tornare a disposizione dei cittadini. Valuteremo se farne luogo di mostre, convegni o addirittura concerti musicali. L’importante è farlo tornare un luogo fruito e vissuto”. “Contiamo che questo sarà possibile prima della fine del nostro mandato”, conclude fiducioso l’assessore ai Lavori pubblici, Marco Lamperti.