STEFANIA CONSENTI
Cultura e Spettacoli

Il Vittoriale aperto di notte, le fette di cipresso e le lettere ad Amélie. Giordano Bruno Guerri: “Resterò qui più di D’Annunzio”

Il presidente della Fondazione che gestisce la casa del Vate a Gardone Riviera: “Giorgia Meloni non è mai venuta, la invito ufficialmente”

Giordano Bruno Guerri

Giordano Bruno Guerri

Gardone Riviera (Brescia) – Luogo magico. Amato, tantissimo, dai turisti, torna a proporre, da domani e per altre tre volte, il Notturnale, le attese aperture serali del Vittoriale degli Italiani. Tenacemente volute dal presidente Giordano Bruno Guerri “per motivi culturali e turistici”, spiega, e “rigorosamente contate”, perciò preziose. “D’Annunzio viveva soprattutto la sera e la notte e ha studiato l’illuminazione in modo che la sua casa fosse una grotta magica dalla quale può uscire di tutto. Sotto un cielo stellato i visitatori possono ammirare gli angoli più nascosti della dimora del Vate. Offriamo anche ottimo vino, “Disobbedisco” che si ispira naturalmente ad una frase di D’Annunzio, bollicine Franciacorta prodotto per noi”.

Gabriele D'Annunzio
Gabriele D'Annunzio

Il marketing fa la sua parte. Il lavoro che lei ha svolto in questi anni pare più profondo, ha reso “contemporaneo" un D’Annunzio sul quale c’erano tanti pregiudizi.

“Mi fa piacere che ci sia questa percezione, in genere si nota il lavoro fatto sulle mura del Vittoriale, un lavoro che poteva fare qualsiasi manager. Il lavoro da storico è stato cambiare l’immagine pubblica di D’Annunzio che era visto come un protofascista, dedito unitamente ai lussi e ai vizi, e ci dimenticava della sua opera di poeta, di drammaturgo, di scrittore. Un’ingiustizia storiografica e siccome la mia passione è combattere contro le ingiustizie storiografiche ecco che è diventata una missione”.

Il colpaccio è stato acquisire la collezione Paglieri che promette di regalare tanti inediti sulla vita del Vate. Un raccolta immensa. Oltre 720 lettere ignote. C’è qualche novità che vuole anticipare?

Una foto d'archivio di Amelie Mazoyer, la governante di Gabriele D'Annunzio
Una foto d'archivio di Amelie Mazoyer, la governante di Gabriele D'Annunzio

“Ci sono 18 lettere finora sconosciute, indirizzate ad Amélie Mazoyer, la governante francese, amante del Vate. Lui la chiamava Aèlis. Pare avesse “capacità” straordinarie, motivo della passione di D’Annunzio per questa donna. Queste lettere raccontano un’altra verità, ossia che fra loro c’era non solo un rapporto carnale, ma uno più intimo, profondo. Lui dice che è stato il più lungo amore della sua vita”.

Digitalizzerete il materiale?

“Lo faremo quanto prima. Intanto abbiamo iniziato con l’Archivio privato di D’Annunzio”.

Piuttosto resistente come manager culturale, non è tempo di lasciare?

“Sono al quindicesimo anno al Vittoriale, so bene che uno nella mia posizione non dovrebbe stare tanto ma non ho finito il mio lavoro, lungo, faticoso e divertente. Avevo una data in testa. Mi sembrava però poco elegante stare più di D’Annunzio che ha vissuto 17 anni al Vittoriale. Io alla fine di questo mandato sarò a 18, allora farò come il suo architetto, Giancarlo Maroni che qui restò 31 anni... quindi non siamo nemmeno a metà”.

Il Vittoriale è stato premiato dal pubblico.

“Viviamo sulla bigliettazione, è il 90 per cento degli introiti. L’anno scorso abbiamo avuto 291mila ingressi, ad oggi sono 187mila, già 2.200 in più rispetto al 2023 e conto di chiudere l’anno sui 300mila. Vinciamo bandi ma ci sosteniamo anche con iniziative come la vendita di fette di cipresso”.

Curioso, avrete pieni i depositi, chi le compra?

“Macché, vanno a ruba, letteralmente. Che dovevo fare? Nel 2014 ci fu una tempesta, caddero tanti cipressi mica li potevo bruciare, sono di D’Annunzio... e li abbiamo fatti a fette, fatti marchiare con il nostro logo e venduti a 49 euro l’uno. A un certo punto ho pure pensato di dover fare dei falsi, cosa che mi avrebbe imbarazzato... scherzo. Abbiamo continuato a tagliare dei cipressi vecchi e malati che hanno reso così l’ultimo servizio. L’altro ieri c’è stata un’altra tempesta e sono caduti sei cipressi fra i quali uno dei più alti con una base di quasi un metro di diametro e produrrò nuove fette di cipresso a 190 euro”.

Eppure l’avrei vista bene anche come ministro della Cultura. Invece è stato scelto Sangiuliano. C’è stato un momento in cui sembrava fatta, cosa è accaduto?

“Non tocchiamo questo tasto”.

Tocchiamolo...

“La voce più ricorrente è che si è opposta la Curia. Ho scritto dei libri che hanno dato molto fastidio al Vaticano ma secondo me non è vero. Meloni non ha mai avuto intenzione di nominarmi come ministro perché ha dichiarato esplicitamente che vuole le persone in linea”.

È mai venuta al Vittoriale?

“No. Sono venuti tutti. L’aspetto, ne sarei lusingato. Anzi, è un invito ufficiale”.

L’occasione giusta per regalare una bella fetta di cipresso alla premier.

“Profumatissima, come piaceva a D’Annunzio”.