Besana, minacce e violenze nella casa di riposo: il popolo social si divide

Non solo rabbia verso il personale indagato: tanti lavorano con amore

Maltrattamenti sugli anziani nella casa di riposo a Besana Brianza

Maltrattamenti sugli anziani nella casa di riposo a Besana Brianza

Besana Brianza (Monza Brianza), 1 agosto 2019 - Sulla brutta storia dei maltrattamenti nella casa di riposo Scola di Besana che ha portato alla denuncia e alla sospensione dal lavoro di cinque operatori sociosanitari dipendenti della stessa Fondazione il popolo social si divide. Le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Seregno guidata dal Maggiore Emanuele Amorosi hanno portato a galla le violenze fisiche e verbali commesse dagli operatori filmati dalla telecamere piazzate di nascosto nelle stanze dopo la segnalazione di alcuni colleghi alla direzione: «Fai schifo», «Ma quando muori?», «Adesso ci vorrebbe un’insulina fatta bene», sono solo alcune delle frasi agghiaccianti pronunciate nei confronti delle pazienti ospiti, tra gli 81 e i 99 anni, tra il dicembre dello scorso anno e il marzo 2019. Molte le dichiarazioni pesanti dei lettori, tante quelle cancellate per evitare denunce. Scorrendo i commenti registrati è palpabile la rabbia delle persone nei confronti degli indagati accusati di essersela presa con sei anziane per lo più malate di Alzheimer e quindi incapaci di difendersi e di raccontare gli abusi.

Ma numerosi sono anche i ringraziamenti per le parole rilasciate al nostro quotidiano dal parroco don Mauro Malighetti, Parroco Responsabile della Comunità Pastorale S. Caterina di Besana che ha sottolineato la necessità di allontanare le mele marce, ma ha anche difeso l’operato della Fondazione che ha presentato subito denuncia ai carabinieri e ha allontanato gli indagati dal posto di lavoro. Parole che hanno fatto commuovere più di un lettore, «un pugno nello stomaco la scoperta di tanta malvagità». «Si dovrebbe fare più attenzione quando si assume personale presso queste strutture, bisognerebbe fare molti test psicologici attitudinali e forse così ci risparmiamo simili vicende e soprattutto risparmiamo inutili sofferenze ai cari nonnini e nonnine che purtroppo dovranno vivere in tali strutture», posta una signora. «Se i test li fanno gli psicologi di Bibbiano, si salvi chi può - replica un’altra - È ciò che sei a fare la differenza, sempre». E ancora scrive un besanese: «Certo questa è una frustata per tutti noi che fino ad ora sentivamo queste notizie al tg: ora invece ci riguarda perchè tocca proprio una struttura che conosciamo molto bene e ci prende un po’ di rabbia verso questo personale». Una frustata «per coloro che dentro questa struttura ci hanno o stanno lavorando tuttora svolgendo il proprio dovere quotidianamente e con dedizione diciamolo pure con amore, sì ci sono anche e soprattutto loro e bisogna darne atto. Dopo anni che, tutti hanno svolto questa attività con sensibilità come una vocazione non devono essere cinque squilibrati a rovinare la storia di questa struttura». I like a chi li chiama mostri si moltiplicano. Su una cosa sono tutti d’accordo: «La punizione deve essere esemplare». «Io ci ho fatto tirocinio - si legge ancora -: gli operatori erano dei professionisti».