
Claudio Baglioni ha querelato Striscia la Notizia: si è sentito diffamato per alcuni servizi che hanno notato presunte somiglianze fra i suoi versi e quelli di alcuni noti letterati
Monza, 3 aprile 2025 – Bisognerà attendere altri quindici giorni per sapere se resterà a Monza o passerà a Bologna il processo per la presunta diffamazione di Striscia la Notizia a Claudio Baglioni.
Ieri il rinvio per impedimento della giudice Roberta Russo, chiamata a pronunciarsi sull’eccezione di incompetenza territoriale presentata dalla difesa degli imputati in concorso, il “papà” di Striscia Antonio Ricci, Antonio Montanari alias mago Casanova e i presentatori Ezio Greggio, Enzo Iacchetti e Gerry Scotti.
Il loro legale, l’avvocato Salvatore Pino, ha chiesto il trasferimento del procedimento a Bologna dopo avere depositato la documentazione che rivela come il libro al centro dell’inchiesta sia stato stampato a Imola su commissione di Antonio Montanari. Lo stampato dal titolo “Tutti poeti con Claudio. Dispensa essenziale per il poeta moderno” contiene presunti esempi delle "affinità elettive" di Claudio Baglioni "con i grandi autori del passato".

Le “somiglianze”
Strofe di alcune canzoni del cantante romano ritenute da Striscia messe insieme come "tessere di un puzzle" con i versi di Salvatore Quasimodo, Marguerite Yourcenar e Alfred Tennyson. E ancora altri poeti e scrittori come Pier Paolo Pasolini, Emily Dickinson, Oscar Wilde e Arthur Schopenhauer che avrebbero "collaborato a loro insaputa". Materiale diffuso nella rubrica del tg satirico “Lo ZiBaglione” dal 2019 fino al maggio scorso.
Striscia sostiene che Baglioni in passato ha denunciato Ricci due volte, ma è sempre stato accertato il corretto esercizio del diritto di satira. "Una mossa per prendere tempo", il commento degli avvocati di parte civile Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci sulla richiesta di trasferimento del processo. Si torna in aula il 17 aprile.