
Aree dismesse, verde e promesse: "Monza ha bisogno di più qualità"
Le aree dismesse, il verde da salvare e le promesse elettorali tradite. Il coordinamento dei 10 comitati di quartiere mette tutto per iscritto nell’ultima edizione del Libro Bianco. Lì sono elencati i problemi di sempre: l’adesione di Monza al Parco sovracomunale GruBria, la salvaguardia delle ultime aree verdi di Sant’Albino, San Rocco e San Fruttuoso rispetto alle grandi opere in arrivo, dal deposito della M5 a Casignolo (mentre i cittadini suggeriscono l’area ex Falk di Sesto) ai nuovi svincoli della Monza-Rho sempre tra San Rocco e Sant’Alessandro, alle torri in costruzione a San Fruttuoso. Per non parlare delle aree dismesse. Dall’edizione precedente del Libro Bianco, un anno fa, "poco o nulla è cambiato". "Nel programma elettorale del sindaco Pilotto – ricorda Giorgio Maioli, coordinatore dei comitati – si può leggere che l’urbanistica deve essere collegata ai temi ambientali, sociali ed economici. Per questo va data qualità allo spazio pubblico con il recupero delle aree dismesse e il consumo di suolo negativo. In realtà già nell’incontro del 25 ottobre 2022 Pilotto e Lamperti ci dissero che la scadenza del Documento di piano scritta nel Programma e quindi l’inedificabilità di tutti gli Ambiti di trasformazione (una serie di terreni come l’area Buon Pastore in via Cavallotti) è un refuso. Invece andranno negoziati e contrattati a uno a uno".
Quindi è stato progato il Pgt firmato Allevi e Sassoli, deludendo le aspettative dei cittadini che speravano in una inversione di rotta che ha condizionato la scelta in cabina elettorale. Sono stati promessi tavoli tematici con i cittadini, ma dopo un anno nulla di fatto. La Giunta Pilotto a novembre 2022 aveva dato il via libera all’adesione di Monza al Plis GruBria con le poche aree di suolo libero nella zona ovest della città, decisione che poi ha avuto una battuta d’arresto. "Ci sono ripensamenti?", si chiedono i comitati, visto che tali aree sono preziose per lo smaltimento delle acque meteoriche, la riduzione dell’inquinamento e delle ondate di calore. In fase di realizzazione l’ennesimo ecomostro in via Stucchi, provvisoriamente destinato a parcheggi per lo stadio, in attesa che venga costruita l’attività commerciale, per cui se ne vanno altri 25mila metri quadri liberi. "In realizzazione l’ampliamento di Elesa a Sant’albino (20mila metri quadri) – scrive Paola Sacconi, membro del comitato Sant’Albino –, le aree comunali di via Stucchi (40mila metri quadri) sono state inserite a bilancio per la vendita come aree edificabili, così come la ex Tpm, poi Atm (30 mila metri quadri) è stata venduta per edificarvi altri capannoni. La consulta chiede da anni che venga salvata almeno l’area a ridosso del quartiere".
E anche sulle ex cave Rocca pesa la costruzione di un altro edificio commerciale (70mila metri quadri), secondo i comitati "a causa della mancata volontà di mettere in atto i provvedimenti di salvaguardia in vista i una variante del Pgt a consumo di suolo negativo come promesso". Quanto a Parco e Villa, in vista di un possibile riconoscimento Unesco, il coordinamento caldeggia l’interramento di via Boccaccio, per ricongiungere il complesso al centro città, rifacendosi al Piano regolatore Benevolo del 1997. Torna a caldeggiare la progressiva dismissione di autodromo e golf e niente più concerti che indeboliscono il patrimonio arboreo.