Arcore (Monza), 2 aprile 2018 – I ragazzi del Gruppo missionario alla Via Crucis vestiti da migranti per lanciare un messaggio forte di amore e fratellanza. Ed è subito polemica. La variante al rito del cammino di Gesù verso il Calvario non è piaciuta però alla Lega Nord.
Il Carroccio se l’è presa contro don Giandomenico Colombo, alla guida della comunità pastorale. Non è che la replica di quanto è successo a Natale quando, sempre ad Arcore, il presepe fu ambientato su un barcone di migranti. Ad aprire questo nuovo fronte politico-religioso è Enrico Perego, capogruppo leghista in consiglio comunale, su facebook: "Ancora una volta assistiamo a uno stravolgimento della nostra tradizione religiosa più significativa come la Via Crucis, per far posto a messaggi che non possono non avere richiami politici". Se la prende anche con Papa Francesco che lava i piedi a carcerati islamici, vedendoci un simbolo di sottomissione, per concludere: "forse la gente vorrebbe una Chiesa meno 'universale' e più 'patriottica', più vicina alle nostre tradizioni, più vicina alla nostra gente".
Non risparmia critiche nemmeno Paolo Grimoldi, il deputato monzese: "È inaccettabile che si faccia una via crucis con gli immigrati, stravolgendo uno dei momenti più significativi della nostra tradizione religiosa". Gli fa eco il segretario locale, Laura Besana: «i migranti vengono usati per fare politica dalla Chiesa e per indurre il popolo credente ad accettare incondizionatamente questa invasione".
Dalla parte di don Giandomenico la sindaca Rosalba Colombo e Cheikh Tidiane Gaye, poeta e romanziere di origine senegalese, consigliere comunale ad Arcore con delega all’Immigrazione. "C’è chi, purtroppo, ancora oggi, si sofferma a parlare di tradizione, facendo di Gesù il patrimonio italiano o lombardo ignorando che Gesù appartiene a tutti". Parla di "messaggio forte, di speranza e di grande apertura fatto da Don Giandomenico". Un messaggio universale "che Don Giandomenico cerca di diffondere e condividere con gli arcoresi. Afferrare questo principio non è difficile, ma per paura non tutti lo capiscono".
La pietra dello scandalo sono i ragazzi del Grumig, il gruppo Missionario arcorese. Il Venerdì santo sono entrati in chiesa da profughi. Addosso una coperta termica, quella con cui sono coperti i migranti infreddoliti salvati dal mare. Al collo cartelli: "Scappo perché non ho scelta", "Cerco un futuro per la mia famiglia", "Ti offro il mio aiuto". Poi la lettura di un toccante messaggio "Un abbraccio collettivo ai migranti: qualcuno non è mai arrivato perché inghiottito dal deserto o dal mare. Gli uomini non li ricordano ma Dio conosce i loro nomi e li accoglie accanto a sè".