Arcore e la Villa del Cavaliere Dal mausoleo ai quadri del Tiziano ammirati da Gorbaciov e da Putin

Dalla sua reggia Berlusconi ha fatto e disfatto governi, imbastito trattative e ospitato cene eleganti. Ma ha anche aiutato sindaci e privati: ora il sogno di realizzare un museo in giardino, ultimo regalo alla città.

Arcore e la Villa del Cavaliere  Dal mausoleo ai quadri del Tiziano  ammirati da Gorbaciov e da Putin

Arcore e la Villa del Cavaliere Dal mausoleo ai quadri del Tiziano ammirati da Gorbaciov e da Putin

di Barbara Calderola

I riflettori sempre puntati non gli impediscono di sentirsi anche cittadino di Arcore. Silvio Berlusconi ha coltivato un rapporto assiduo con il borgo, mantenendo un canale sempre aperto con i sindaci che negli anni si sono susseguiti. Alcuni di centrosinistra. Fra i regali, quello di un terreno per una pista ciclabile e la promessa al primo cittadino Maurizio Bono "di un progetto che lasci il segno".

Come il sogno di un museo nel giardino della villa, già ideato con la dem Rosalba Colombo nel 2020, per condividere i tanti gioielli artistici posseduti. I visitatori potrebbero lustrarsi gli occhi con i capolavori raccolti, fra i quali un Tiziano del 1533, “Il ritratto di Ippolito dei Medici“. Dietro al cancello non ci sono stati solo vip, trattative politiche e cene eleganti, ma una fila discreta di persone che gli hanno chiesto aiuto e non sono mai uscite a mani vuote. Arcore è da 30 anni la capitale del berlusconismo e Villa San Martino il suo simbolo nella stagione dello splendore, come in quella del declino. Reggia del leader. Sotto lo sguardo di Antea e di una Monna Lisa nuda sono nate e morte fortune politiche e si sono fatti e disfatti governi e alleanze. Il premier con la camicia da tranviere abbracciato a Umberto Bossi nel 1994 per tentare di salvare la prima esperienza a Palazzo Chigi. Le file di auto blu in coda davanti al cancello con lo stemma d’ottone presidiato notte e giorno dalle camionette dei carabinieri e assediato da telecamere e taccuini sono uno dei riti entrati nella storia della Seconda Repubblica.

La fortuna della residenza brianzola nasce da una tragedia, il torbido delitto della contessa Anna Casati Stampa per mano del marito marchese Camillo, a Roma, il 30 agosto 1970. La giovane erede Anna Maria Casati Stampa è minorenne, a tutelarne gli interessi è Cesare Previti, futuro amico e avvocato dell’allora imprenditore del mattone. Sono gli anni del boom dell’edilizia e della nascita dell’impero fra Brugherio e Segrate, Edilnord e Milano 2. Il nuovo volto dell’economia lombarda ha bisogno di un quartier generale all’altezza dello status raggiunto. E la scelta cade sull’ex monastero benedettino trasformato in dimora nobiliare, dove Alessandro Casati accoglieva l’amico Benedetto Croce. È il 1973, quando l’acquisto viene concluso. Mezzo miliardo di lire in azioni per assicurarsi 3.500 metri quadrati da sogno, con arredi, pinacoteca, una biblioteca con 10mila volumi e la scuderia celebre nelle cronache per l’assunzione del mafioso Vittorio Mangano. Berlusconi raffina la passione per l’arte e si scopre mecenate e la villa diventa un’opera da plasmare senza sosta. Non trascura di pensare all’eternità e commissiona allo scultore Pietro Cascella “La volta celeste“, un mausoleo personale in travertino per sé e i propri cari. Ne è talmente orgoglioso da mostrarlo anche a Michail Gorbaciov.

È il 1993, dopo la colazione di protocollo un piccolo corteo con Silvio in testa a fare da cicerone guida il padre della perestrojka nel parco. L’ex capo del Cremlino aveva perso il potere da meno di due anni. E sul suo volto e quello della consorte Raissa si disegna un’espressione perplessa, quando il Cavaliere si lascia andare a una indiscrezione: "Ho deciso di entrare in politica", un annuncio che ammutolisce la comitiva.

È l’inizio di una nuova stagione per l’antico edificio intonacato di giallo che si ritrova all’improvviso al centro del mondo. Ancora nell’aprile 2010, Vladimir Putin atterra a Malpensa per raggiunge Arcore e discutere "di progetti energetici e tecnologici che riflettono il carattere strategico del legame fra Italia e Russia". Il resto è cronaca.