
Il sindaco di Arcore, Maurizio Bono, durante una celebrazione per il 25 Aprile Il programma di quest’anno è promosso da Comune e comunità di Sant’Apollinare
“Più forti dell’odio: il coraggio della verità”, è il lungo cartellone che celebrerà il 25 Aprile ad Arcore, a 80 anni della Liberazione. Partirà in anticipo, il 9 aprile, con un serata al Nuovo che anticipa la mostra in Villa Borromeo dedicata ai partigiani Francesco Caglio, don Peppino Villa e don Domenico Villa. Organizzano il Comune e la comunità pastorale di Sant’Apollinare. "A partire da tre protagonisti della Resistenza, vogliamo far conoscere aspetti di un momento storico locale, che propone, però, valori esemplari e di attualità - spiega Giancarlo Sala, coordinatore del gruppo di lavoro -. I parroci sono stati per molti veri compagni di cammino e aiuto per i giovani nelle loro scelte, sostegno nel giudicare la realtà del tempo e soprattutto nelle circostanze drammatiche dopo l’8 settembre. Le diverse proposte del programma sono una possibilità per noi di confrontarci con il coraggio della verità di questi testimoni". "Dedichiamo il 25 Aprile a ogni eroe che ha fatto la Resistenza sul nostro territorio, anche a quelli silenziosi di cui non sappiamo nulla. Non conoscere le loro storie fa male - aggiunge il sindaco Maurizio Bono -. Figure come queste non possono che essere un esempio per i giovani. L’auspicio è che la mostra e il volumetto che verrà stampato su Caglio possano essere di interesse per le scuole". Alla presentazione anche Gianni Spinelli, direttore del Cinema Teatro Nuovo, "colpito dall’importanza delle proposte" ha subito aderito "perché le due serate in programma (la seconda sarà la proiezione del film “Bisagno. La resistenza di Gino Gastaldi” l’8 maggio) sono in linea con lo spirito della sala, un motore culturale per tutti, aperta alle associazioni e alle esperienze del territorio". "Abbiamo fatto un minuzioso lavoro di ricerca e ricostruzione di momenti della vita di Caglio, di don Peppino e don Domenico - sottolinea Sala -. Abbiamo raccolto fotografie, lettere scritte dal carcere, diari, tutto quello che potesse raccontare quegli anni. Grazie alla disponibilità delle figlie di Francesco Caglio è stato possibile avere più materiale sul partigiano arcorese. Più difficile trovare testimonianze sul coraggio dei due sacerdoti. Sappiamo però che dal collegio Tommaseo di Vimercate fecero uscire documenti falsi fondamentali per far scappare alcuni ricercati e che lì nascosero armi destinate ai partigiani".