Biassono, lo danno per annegato ma si era addormentato: lo strano caso dell’uomo nel Lambro. Cosa è successo?

Lo hanno cercato tutta notte e lui è rientrato a casa dalla compagna ignaro di tutto

Carabinieri impegnati in ricerche

Carabinieri impegnati in ricerche

Alla fine, è tornato a casa sua dalla sua compagna. Dopo una notte all’addiaccio, parzialmente trascorsa nelle acque gelide del fiume Lambro, e una mattina (e probabilmente qualche ora di più) bagnato e infreddolito in un capannone dismesso. Ignaro di essere stato cercato da una task force al lavoro per tutta la notte pensando di essere sulle tracce di un probabile annegato. È davvero curiosa e piena di incognite la vicenda andata in scena nella notte fra venerdì e sabato in Brianza.

Tutto comincia intorno alle 22 di venerdì, quando qualcuno nota un corpo galleggiare sul fiume all’altezza di Triuggio e lancia l’allarme. Un uomo è stato visto prima aggirarsi con un coltello con chiari intenti suicidi, forse dopo una lite, poi lanciarsi nel fiume dal ponte di Albiate e sparire nelle acque vorticose del fiume. Gli avvistamenti (presunti) proseguono a Sovico e a Biassono, al confine con Lesmo. Partono le ricerche, che vedono coinvolti i sommozzatori dei vigili del fuoco, da Monza e Milano, ambulanze, auto mediche, carabinieri. Eppure di quell’uomo visto (nonostante il buio e la pioggia) si perdono abbastanza presto le tracce. Anche se le ricerche proseguono fino all’alba. La svolta inaspettata va in scena sabato mattina, intorno alle 7, quando un passante sente delle urla provenire da un capannone abbandonato di Biassono. Preoccupato, il passante chiama i carabinieri e immediatamente sul posto arrivano le pattuglie dei militari della Compagnia di Monza. L’uomo che urla, infreddolito e ancora umido, è probabilmente lo stesso che era stato cercato durante tutta la notte. E che verosimilmente era riuscito a uscire da solo dalle acque del Lambro e a mettersi in salvo. Non troppo lontano in realtà dal punto in cui si era lanciato. E si era poi addormentato. Portato in ospedale al San Gerardo di Monza, le sue condizioni di salute sono apparse buone, tanto che dopo qualche ora l’uomo, un italiano di 35-40 anni, è stato dimesso. Ed è tornato a casa. Proseguono comunque le indagini dei carabinieri.