
di Veronica Todaro
Un’intera città in lutto per la scomparsa del cavaliere Renato Caimi, 97 anni, fondatore nel 1949 dell’azienda Caimi Brevetti insieme al fratello Mario, e solo qualche mese fa insignito anche del Premio Beato Talamoni, la massima benemerenza provinciale istituita in occasione dell’anniversario del Santo Patrono della Brianza. Il papà della “schiscetta“, presente con i suoi prodotti nei musei di design internazionali, riteneva fondamentale la scelta di tutelare, attraverso il brevetto, le invenzioni e il lavoro, perché "le idee sono l’unico capitale dell’uomo", ripeteva. Una scelta che l’ha portato a ricevere decine di riconoscimenti e premi in tutto il mondo, tra i quali tre Compassi d’Oro (due dei quali proprio nel 2022), tre German Design Awards e il DesignEuropa Awards. Il vero capitale di Caimi era la sua vocazione alla ricerca e alla tutela dell’invenzione. E un approccio al lavoro che ha sempre unito la qualità del saper fare artigianale alla perfezione di un’azienda moderna e tecnologicamente avanzata. "Era l’immediato dopoguerra quando mio padre pensò di brevettare la schiscetta", racconta spesso Gianni Caimi, figlio di Renato e attuale presidente della sede di Monza di Assolombarda, che insieme ai fratelli Lorenzo, Franco e Giorgio amministra oggi l’azienda. Infatti sino ad allora i contenitori per portarsi al lavoro il cibo, cucinato dalle mogli o dalle madri, erano artigianali. Pentolini sovrapposti tenuti insieme con lo spago, legati alla bell’e meglio, ciotole, e via dicendo. "Mio padre che era stato dirigente all’Autobianchi pensò di creare un contenitore in metallo tenuto insieme da un sistema di chiusure mutuato dalle balestre". Così nacque la schiscetta classica.
Fu l’inizio di una serie di successi per la Caimi che si è specializzata nel corso degli nella creazione di casalinghi e complementi d’arredo fino alle collaborazioni con architetti e designer di fama internazionale. Tra le altre invenzioni di Renato Caimi, di cui i critici hanno detto "solo un genio poteva disegnare e pensare un oggetto del genere", il posacenere Dondolino, del 1958, la cui particolarità è di non cadere mai grazie alla base curvata riempita con sabbia. E ancora, la pentola scolapasta “duplex“ o il posacenere a sacco “universal“. I funerali si terranno domani alle 15 nella chiesa parrocchiale Sant’Antonino Martire.