BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Troppe tragedie nell’Adda, correnti e mulinelli sono una trappola mortale anche per i nuotatori esperti

Intervista al sindaco di Cornate, Andrea Panzeri, esasperato dall’imprudenza dei bagnanti: “Cartelli e multe non bastano”

Soccorsi lungo l'Adda: una scena vista troppe volte

Soccorsi lungo l'Adda: una scena vista troppe volte

Relax e tragedie in riva al fiume: una ventina di vittime negli ultimi anni e il numero sale, sono quasi sempre giovanissimi. Andrea Panzeri, neo sindaco di Cornate d’Adda (Monza), lancia l’allarme: “Non tuffatevi”.

Il sindaco Andrea Panzeri
Il sindaco Andrea Panzeri

Adda killer?

“Proprio così. Sotto la superficie placida e invitante si nascondono correnti e mulinelli che possono trascinare via anche nuotatori provetti. Qualche ora di divertimento non può trasformarsi in un bollettino di guerra. La lista dei morti è davvero troppo lunga nei comuni rivieraschi fra Brianza e hinterland, dobbiamo fare di tutto per evitare altri lutti”.

Cartelli multilingue con divieti di balneazione non bastano?

“No, purtroppo. Gli avvisi e il rischio di sanzione non frenano chi non coglie il pericolo e decide di concedersi ugualmente un bagno. Le multe arrivano a 500 euro, ma è evidente che la funzione deterrente non giochi un ruolo decisivo. È così che il pic-nic domenicale, o la tintarella dopo una settimana di lavoro, possono diventare un dramma. Lo choc termico e il malore sono dietro l’angolo: le acque sono gelide e immergersi dopo aver preso il sole può essere fatale. Non serve un esperto per capirlo”.

L’identikit delle vittime è quasi sempre lo stesso: stranieri, soprattutto.

“Sì, e non è certo questione di discriminazione, ma di storia familiare. Qui, di padre in figlio ci si tramandava la mappa dei punti più insidiosi e si evitavano. Generazioni di brianzoli hanno imparato a nuotare così in passato, ma chi non conosce il fiume non può avere una dimestichezza ‘atavica’. Capita anche che si cerchi di attraversarlo da una sponda all’altra con l’esito che purtroppo conosciamo”.

Contromisure?

“Le pattuglie disincentivano, ma nel nostro caso si scontrano con un altro problema: le risorse risicate di piccoli Comuni come il nostro, poco più di 10mila anime, e polizia locale fuori servizio nel fine settimana. Ma non si potrebbe comunque avere un agente per ogni gitante: serve responsabilità”.

Pensa a un’azione educativa nelle scuole?

“Potrebbe essere una soluzione, su ampio raggio. Cioè lungo tutta la stecca fluviale, altrimenti servirebbe a poco. Dovremmo insegnare che l’Adda è infido al di là di quel che sembra. Esattamente come facciamo con gli incidenti stradali. In fabbrica e in ufficio sarebbe molto più difficile: troppo dispersivo. Fra i banchi, invece, si imparerebbe subito che la peggiore delle eventualità si nasconde anche dietro a un momento di divertimento”.

Cosa direbbe ai bagnanti oggi?

“Abbiamo avuto troppe disgrazie in questi anni. Vite spezzate in un giorno di festa. Leggerezze frutto della convinzione che tanto a me non può succedere. Ma non è così”.

Siamo all’inizio della settimana più calda e non solo in termini di temperatura. Chi non va in vacanza, affollerà le sponde.

“Con Ferragosto alle porte l’area è da bollino nero e i timori si moltiplicano. Per questo chiedo a tutti di evitare acrobazie che possono costare la vita. Non si può morire a 20 anni così”.