STEFANIA TOTARO
Monza Brianza

L’accusa di un 60enne brianzolo: "Dovevo andare a prelevare 500 euro per evitare di trovarmi la pistola puntata alla testa"

Questa l'accusa che un uomo di Carate Brianza muove a un vicino di casa che lo avrebbe rifornito di cocaina e hashish. Il giovane ora imputato davanti al Tribunale di Monza

Un prelievo allo sportello bancomat (foto d'archivio)

Un prelievo allo sportello bancomat (foto d'archivio)

Carate Brianza (Monza), 26 maggio 2025 - Costretto a continui prelievi di 500 euro in contanti dal suo fornitore di cocaina e hashish. E' l'accusa che un tossicodipendente 60enne di Carate Brianza, muove nei confronti del suo vicino di casa, 31enne, che ora si ritrova imputato di estorsione e spaccio di droga in un processo al Tribunale di Monza. Oggi i giudici hanno sentito in aula la testimonianza del 60enne, che sostiene di avere sborsato complessivamente nel 2022 più di 10mila euro.

"Me lo ritrovavo sotto casa e dovevo andare a prelevare al bancomat per evitare di trovarmi la pistola puntata alla testa - ha raccontato - La prima volta è entrato in casa mia, mi ha puntato la pistola addosso e mi ha scortato a prelevare. Nel dicembre 2021 era morta mia madre e avevo ereditato i suoi soldi. Dopo diversi prelievi, che ho fatto per paura delle sue minacce di farmi del male, ho spostato il conto in banca facendogli vedere che in quello precedente non avevo più soldi, ma lui se ne è accorto e mi ha detto se volevo fare il furbo. Se mi rifiutavo di andare a prelevare mi minacciava e urlava in cortile, una volta mi ha preso il telefonino e per ridarmelo ha voluto 50 euro e poi mi ha rubato la bici per rivenderla".

La presunta estorsione sarebbe andata avanti fino al settembre 2022, quando il 60enne ha deciso di presentarsi dai carabinieri. "Quando mi ha detto che voleva 800 euro gli ho detto che l'avrei denunciato e mi sono rifugiato nella casa che era di mia madre per la notte e al mattino sono andato in caserma - ha proseguito - Dopo la denuncia sono tornato nella casa di mia madre, che non aveva acqua, corrente e gas, finché i carabinieri non mi hanno detto che potevo rientrare nella mia abitazione". L'imputato nega le accuse. Nel suo appartamento i militari non hanno trovato alcuna pistola e alcuni vicini di casa hanno negato al processo di avere mai sentito litigi o urla. Si torna in aula a luglio.