BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Trezzo, condannati i rider della cocaina a domicilio

A meno di un anno dalla cattura, arrivano le condanne in abbreviato: ai pusher o sequestrati tre conti per 150mila euro, un appartamento di 120 metri comprato all’asta con i soldi del traffico di stupefacenti e altri 45mila euro in contanti

Arrivano le condanne in abbreviato per i rider della droga a Trezzo

Arrivano le condanne in abbreviato per i rider della droga a Trezzo

A meno di un anno dalla cattura, arrivano le condanne in abbreviato per i rider della droga a Trezzo. La banda di spacciatori che consegnava la cocaina a domicilio, servendosi della bicicletta. Nove anni e 10 mesi al capo, il 41enne che tirava le fila dell’organizzazione, e per gli altri nove membri pene da 3 anni e due mesi a 6 anni e due mesi. L’ultimo "cavallo" era stato fermato a febbraio, sfuggito al blitz a giugno dell’anno scorso, si era nascosto in Germania, ma un ordine di arresto europeo l’aveva messo di fronte alle sue responsabilità. Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano.

Ai pusher sono sequestrati tre conti per 150mila euro, un appartamento di 120 metri comprato all’asta in città con i soldi del traffico di stupefacenti e altri 45mila euro in contanti trovati durante l’operazione.

Obiettivo, il quartier generale della "ditta", in via Santa Caterina, nell’abitazione dei fratelli che comandavano il gruppo: otto albanesi e un italiano. Capi e gregari avevano allargato il giro alla Bergamasca, addosso non avevano cibo, ma "neve" divisa in palline, una dose, mezzo grammo, 40 euro. Un’azienda ben rodata e fiorente. I carabinieri di Pioltello si erano presentati a casa degli indagati, a tenere d’occhio tutto dall’alto, l’elicottero. Sotto sequestro erano finite anche tre auto usate per raggiungere Capriate e dintorni, al di là del ponte, e due box. Al vertice, due nullatenenti, e proprio il loro tenore di vita aveva fatto scattare l’allarme.

Il fratello maggiore, boss indiscusso, sovrintendeva, dava ordini, senza disdegnare, però, di intrattenere rapporti con i clienti, e in caso di necessità di consegnare la merce; il minore, invece, si destreggiava fra bilancini di precisione e cellophane con il quale confezionare gli ordini. Era lui a fare da trait d’union con i corrieri. L’inchiesta certosina aveva portato all’esatta ricostruzione della struttura dell’organizzazione e anche al fermo di una complice, una 32enne in possesso di 110 dosi di coca, 55 grammi in tutto. La banda è stata incastrata dalle telecamere degli investigatori che hanno ripreso auto, bici, acquirenti, cessioni. Tutto in pieno giorno, anche in centro, sotto gli occhi dei passanti.