Morto Renato Longo, campione di ciclocross. Dal Giambellino al tetto del mondo

A 14 anni si trasferì a Milano da Vittorio Veneto. Di notte lavorava come panettiere e di giorno pedalava. Aveva 85 anni, vinse cinque titoli mondiali e dodici campionati nazionali

Renato Longo

Renato Longo

Milano, 8 giugno 2023 - Addio a un campione del ciclocross, il più grande in Italia, fra i più grandi nel mondo. Renato Longo se n'è andato a 85 anni. Aveva vinto per cinque volte il titolo iridato (1959, 1962, 1964, 1965, 1967) e per dodici quello italiano (1959, 1960, 1962 e dal 1964 al 1972). Il suo destino era passato per Milano.

Originario di Vittorio Veneto (era nato il 9 agosto del 1937), era approdato nella metropoli, al Giambellino, a 14 anni, al seguito del padre, che dopo avere lavorato in Francia prima della guerra aveva trovato un impiego come commesso in un filiale della Banca Commerciale, e della madre, colf.

Aveva lavorato prima in una panetteria in piazza Tommaseo, poi in un'altra in via Vincenzo Monti, alla fine in una panificio al numero 45 di viale Certosa. Nello stesso stabile abitava Tano Belloni, entrato nella storia del ciclismo come l'"eterno secondo", che regalava al ragazzo Renato i biglietti per entrare al Vigorelli. Longo passava la notte a impastare e alla mattina pedalava avanti e indietro per consegnare due quintali di pane alla mensa dell'Alfa Romeo. Era stato quello il suo allenamento.

"Era il '55 - raccontava rievocando gli inizi -. Strada, pista, ciclocross. Sono andato avanti così. Nel '58 sono arrivato quarto ai mondiali di cross e ho vinto il campionato italiano di stayer in pista. Nel '59 ho vinto il mio primo mondiale di ciclocross. Ero anche il primo italiano. Lo stesso anno sono arrivato terzo ai mondiali degli stayer. Nel '60 ho corso il Giro della Svizzera e sono arrivato secondo nella cronometro di Lugano. Poi il Giro del Delfinato e il Giro del Portogallo, dove ho vinto una tappa".

Ma era stato il cross la scelta della vita, fatta un po' perché ad avviarlo era stato Amerigo Severini, un campione del tempo, e un po' perché le gare si disputavano di domenica, quando il lavoro nel panificio calava un po'. Per molti anni quella di panettiere era rimasta la sua attività principale. Raccontava Longo che nel 1959, in vista del campionato italiano, era partito il venerdì, aveva fatto 50 chilometri per visionare il percorso, era rientrato a Milano nel pomeriggio e all'una di notte aveva preso servizio nel panificio. Alla domenica aveva corso e vinto e in nottata si era presentato al lavoro. Alla mattina, davanti al negozio, c'erano i fotografi che volevano immortalare il nuovo campione italiano di ciclocross.

Longo si era ritirato nel 1972, al termine di una stagione che lo aveva visto vincere undici gare e indossare l'ultima maglia tricolore, con un palmarès di 233 affermazioni su 388 corse disputate. Su strada oltre alla tappa nel Giro del Portogallo, si era aggiudicato, sempre nel 1960, il Trofeo UVI-Fivizzano. Nella sua carriera aveva vestito le maglie di Feru, Ignis, Salvarani, Europhon e V. C. Vittorio Veneto.

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