
Mattia Ferretti con la moglie Selene (a destra) e la mamma Cristina (Foto MDF)
Rozzano (Milano) – Quando mancano ancora 11 sezioni su 40 al completamento dello spoglio, Mattia Ferretti, candidato del centrodestra con il 66% delle preferenze, è il nuovo sindaco di Rozzano. Il suo rivale Leo Missi, candidato del centrosinistra, si ferma al 33,9%. E proprio Missi è stato tra i primi a telefonare per congratularsi con il neoeletto sindaco. A Rozzano si è tornati al voto anticipatamente a causa della prematura scomparsa di Gianni Ferretti, che pochi mesi prima era stato rieletto sindaco per un secondo mandato, con un plebiscito di voti. Su richiesta delle forze politiche del centrodestra, il figlio Mattia, 36 anni, ha accettato di candidarsi per portare avanti i progetti avviati dal padre, ricevendo il sostegno anche di alcune liste civiche e ottenendo, a sua volta, un plebiscito.
Qual è la prima cosa che farà da sindaco?
"La prima cosa che devo fare è andare a trovare papà. L’ho fatto per lui. L’ho fatto per continuare il lavoro che ha cominciato, e volevo renderlo orgoglioso. Devo dire che la cittadinanza ci ha dato fiducia, una fiducia ampia che non mi aspettavo. E glielo devo andare a dire. Vuol dire che Gianni Ferretti ha fatto un grande lavoro. E noi siamo riusciti a trasmettere il giusto messaggio: saranno cinque anni all’insegna della continuità, ma non solo nella forma”.
Quali sono le priorità per il futuro di Rozzano?
“Le criticità sono tante, come in tutte le città. La priorità sarà gestire al meglio le risorse in arrivo da Roma (grazie al “Caivano Bis“) e dalla Regione. Le macro-aree a cui verranno destinate sono: combattere il degrado, riqualificare il centro cittadino e il quartiere Aler, e migliorare la sicurezza. Diventeremo la prima Smart City in Italia grazie all’installazione di un sistema di videosorveglianza con 400 telecamere gestite dall’intelligenza artificiale”.
Guardando indietro: com’è stata questa campagna elettorale?
“Meravigliosa. Perché la campagna elettorale ti fa entrare in contatto con i cittadini. Un candidato sindaco incontra davvero migliaia di persone e sviluppa un contatto empatico con la comunità. Raccogli quella che è la reale percezione della città da parte dei cittadini, un aiuto per i prossimi cinque anni. Perché la voce del cittadino che ti racconta come vive la città è la cosa più importante”.
Non si è sentito solo?
“No, non mi sono mai sentito solo, fin dai primi giorni. Anzi, è stato proprio quello lo stimolo per la mia candidatura: vedere migliaia di persone intorno alla mia famiglia è stato il primo segnale forte, il primo messaggio che mi ha fatto capire cosa significhi davvero essere portatori di valori politici. Il mio papà credeva negli ideali, e lo ha dimostrato. Quando viene a mancare un sindaco e vieni subito circondato dall’affetto sincero della cittadinanza, vuol dire che quella cittadinanza ti sta restituendo qualcosa che tu, prima, le hai dato. Ho sentito la vicinanza – devo dirlo con sincerità – delle istituzioni, dei partiti, del gruppo di lavoro. Questo non è un percorso che si può affrontare da soli. Hai bisogno di una squadra attorno, e io, fortunatamente, ce l’ho”.