MASSIMILIANO SAGGESE
Politica

Rozzano capitale della cultura, la strategia del sindaco Ferretti: “Non esistono solo musei e monumenti”

La candidatura per il 2028 non è “di bandiera“. Scelta giusta per senso civico e idea di comunità. “Abbiamo una narrazione potente da offrire: quella di una periferia che così vuole rinascere...”

Il sindaco Mattia Ferretti 36 anni ha tenuto per sé le deleghe alla Cultura

Il sindaco Mattia Ferretti 36 anni ha tenuto per sé le deleghe alla Cultura

Rozzano (Milano) – È ufficiale: Rozzano, unica città lombarda, è tra le 25 candidate a diventare “capitale della cultura 2028“. Entro il 25 settembre dovrà essere inviato il dossier al ministero. La sfida è ardua per Rozzano. Dovrà vedersela tra le altre con Anagni, Catania, Colle di Val d’Elsa (Siena), Fiesole, Forlì, Massa, Melfi e Tarquinia. Ecco come il sindaco Mattia Ferretti (ha tenuto per sé le deleghe alla Cultura) prepara la strategia per tentare di portare a casa un risultato che riscriverebbe la storia della città.

Approfondisci:

Mattia Ferretti, sindaco nel nome del padre: “La prima cosa? ‘Dirlo’ a papà, io erede dei suoi sani valori”

Mattia Ferretti, sindaco nel nome del padre: “La prima cosa? ‘Dirlo’ a papà, io erede dei suoi sani valori”

Sindaco, quali sono i punti di forza della candidatura di Rozzano a Capitale italiana della Cultura 2028?

“La forza della nostra candidatura risiede in un’idea di cultura ampia, inclusiva, trasversale. Non ci riferiamo solo al patrimonio artistico o architettonico, ma alla cultura come motore di legalità, senso civico, partecipazione attiva e spirito di comunità. Vogliamo valorizzare una cultura viva, quotidiana, che nasce nei quartieri, nelle scuole, nei luoghi di aggregazione e diventa leva per coesione sociale e sviluppo sostenibile. Non sono da trascurare le nostre eccellenze, come il centro culturale Cascina Grande e il Civico Osservatorio Astronomico, il patrimonio storico e artistico rappresentato da strutture come il Castello Visconteo, le Chiuse vinciane e le antiche Filatures des Schappes sul Naviglio, ma anche da opere più moderne come la scultura Città sole di Luciana Matalon o i grandi murales realizzati nel quartiere Aler, galleria di street art a cielo aperto per artisti di fama. E due oasi naturalistiche protette”.

Quando sarà pronto il progetto da inviare a Roma?

“Il dossier ufficiale dovrà essere trasmesso entro metà settembre. Stiamo lavorando intensamente per completarlo nei tempi previsti, con l’obiettivo di presentare un progetto solido, condiviso e all’altezza. Ogni fase è il frutto di lavoro corale, che tiene conto della complessità della città e delle tante potenzialità”.

Ci si può avvalere del supporto delle realtà locali?

“Assolutamente sì. E non solo. La nostra candidatura sarà profondamente partecipata. Abbiamo voluto fin dall’inizio coinvolgere cittadini, associazioni, scuole, operatori culturali e tutte le realtà che quotidianamente animano il tessuto sociale. Crediamo che la forza del progetto risieda proprio in questa coralità, nella capacità di raccogliere e valorizzare le energie già presenti sul territorio”.

È possibile coinvolgere i privati in questo progetto?

“Non solo è possibile, ma è auspicabile. Vogliamo che la candidatura sia occasione di sinergia tra pubblico e privato, e che coinvolga fondazioni, imprese, istituzioni culturali e altri attori del territorio. Il loro contributo può essere determinante, sia in termini di risorse che di competenze, per costruire un progetto ambizioso e duraturo”.

Cosa rende Rozzano l’unica città della Lombardia candidata a Capitale della Cultura?

“Siamo una città che conosce le difficoltà, ma che ha saputo reagire con forza sviluppando eccellenze in campo ambientale, artistico, scientifico e sociale. È proprio questa capacità di trasformazione e resilienza che vogliamo raccontare. Siamo l’unica candidata lombarda, e questo ci investe di una grande responsabilità ma anche di una grande opportunità: rappresentare un territorio che guarda avanti con coraggio e visione”.

Non teme la concorrenza di città come Catania, Melfi, Vieste, Bacoli o Forlì?

“La concorrenza è forte e il livello delle città in gara è molto alto. Tuttavia, ogni candidatura porta con sé una storia unica. Noi non intendiamo competere su chi ha più monumenti o più turisti, ma su una visione di cultura che mette al centro le persone. Rozzano ha una narrazione potente da offrire: quella di una periferia che ha scelto la cultura come strumento di rinascita e collante sociale. Se sapremo trasmettere questo valore, potremo essere competitivi”.