Moratti-Salvini, è quasi pace: per sminare la candidatura l’ipotesi grandi opere o Pnrr

Incontro fra la vicepresidente della Lombardia e il vicepremier con la delega alle Infrastrutture. Al tramonto le piste Fondazione 2026 e Regionali. Si va verso un incarico nazionale di primo livello

Letizia Moratti e Matteo Salvini

Letizia Moratti e Matteo Salvini

Nella foto appaiono sorridenti una accanto all’altro. Nelle poche righe del comunicato ufficiale si sottolinea che il loro incontro è stato "molto cordiale". Due indizi che sembrano fare una prova: Letizia Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia, e Matteo Salvini, vicepremier e ministro per le Infrastrutture, hanno condiviso la necessità di porre fine ad uno scontro che si trascina da mesi e di trovare un compromesso, un accordo, per evitare che le strade si separino. A dividere il segretario federale della Lega e la numero due di Palazzo Lombardia è stata, finora, la strategia per le elezioni Regionali del 2023. Salvini ha fatto sapere di voler puntare sulla ricandidatura del governatore uscente, il leghista Attilio Fontana, mentre la Moratti avrebbe preferito che lo stesso Salvini tenesse fede all’impegno col quale l’ha convinta a entrare nella Giunta lombarda a gennaio del 2021: l’impegno di candidarla a governatrice proprio nel 2023.

I due ieri si sono incontrati a Roma, "al dicastero di Porta Pia", come recita un comunicato che si riporta solo per puro dovere di cronaca: "Al centro del colloquio – vi si legge – il punto della situazione con particolare riferimento a fondi Pnrr, investimenti e strutture sanitarie". Come ovvio, i due hanno parlato pure di altro e il rigoroso riserbo mantenuto per tutta la giornata di ieri ne è un’indiretta ma chiara conferma.

Secondo indiscrezioni , allora, la strada che si proverà a percorrere in questi giorni per chiudere lo scontro e far sì che la Moratti resti nell’alveo del centrodestra non passa né dalle Regionali né dalle Olimpiadi Invernali del 2026. Il condizionale resta d’obbligo ma si sarebbe concordato, invece, di affidare all’attuale vicepresidente lombarda un incarico di livello nazionale e di spessore: un ruolo commissariale sulle grandi opere o per la velocizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). L’uno e l’altro ricadrebbero, peraltro, in tutto o in parte, sotto le competenze del ministero di Salvini. Uno scenario inedito quest’ultimo, a differenza di quello sul quale alcuni continuano ad insistere: la Moratti sarebbe destinata a guidare un grande partecipata statale, quali possono essere Eni o Leonardo.

Come anticipato, né Regionali né Olimpiadi, a quanto pare. La corsa della Moratti alla presidenza della Lombardia – col centrodestra o sotto le insegne del Terzo Polo – sembra essere,a questo punto, un’ipotesi sempre più remota: non solo perché ieri Salvini, sempre secondo indiscrezioni, ha ribadito alla Moratti che il candidato governatore è Fontana. Ma anche e soprattutto perché lo stesso vicepremier ha fatto sapere di parlare a nome della coalizione e non solo della Lega. È soltanto una volta fatta questa premessa che Salvini ha espresso alla Moratti massima disponibilità ad individuare un incarico nazionale che sia di suo gradimento. L’altra opzione che si era fatta largo in questi giorni era quella legata alle Olimpiadi del 2026, ma a smentire nuovamente la possibilità di una Moratti amministratrice delegata della Fondazione Milano-Cortina è stato – anche ieri – lo staff della stessa vicepresidente lombarda, che ha sottolineato come la diretta interessata non abbia mai seriamente preso in considerazione l’incarico a cinque cerchi.

 

 

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