MASSIMILIANO MINGOIA
Politica

Milano verso le elezioni 2027. Per il centrosinistra Majorino in pole position, ma c’è la tentazione Mantovani

Il Pd non ha fretta di scegliere il successore di Beppe Sala. L’accelerazione avverrà solo dopo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del febbraio 2026

Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione

Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione

Milano – In vista delle elezioni comunali del 2027, le due coalizioni di centrosinistra e di centrodestra iniziano a pensare alla scelta per il candidato sindaco. I progressisti non potranno più candidare il primo cittadino uscente Giuseppe Sala, che va verso la fine del suo secondo (e ultimo per legge) mandato. Due le opzioni in campo. La prima: puntare su un esponente del Pd (Pierfrancesco Majorino è in pole) o su un “papa straniero“ (i nomi più gettonati sono Mario Calabresi e, dal fronte cattolico, Alberto Mantovani). Con o senza primarie. Il centrodestra, invece, ha discusso sull’ipotesi di far scendere in campo il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi. Un’idea che non dispiace al presidente del Senato e dirigente di FdI Ignazio La Russa ma è stata bocciata dal leader di FI Antonio Tajani, che preferisce un esponente della società civile.

Il Pd attende il centrodestra al varco. Il partito di Elly Schlein e gli alleati di centrosinistra osservano le fibrillazioni interne a FdI, Lega, FI e Nm sulla sfida per Palazzo Marino ma non sembrano aver fretta di scegliere il successore di Giuseppe Sala come candidato sindaco per le elezioni comunali del 2027. L’accelerazione avverrà solo dopo le Olimpiadi invernali Milano-Cortina del febbraio 2026, un evento che in caso di successo potrebbe essere il trampolino di lancio ideale per la coalizione progressista. Certo, resta ancora l’incognita sul metodo per individuare l’erede di Sala: scelta del Pd condivisa con gli alleati o primarie competitive, magari da fissarsi nel settembre 2026, circa sei mesi prima della data del voto per Palazzo Marino? Ancora presto per dirlo.

Gli aspiranti candidati sindaco all’interno dei democratici non mancano. Il capogruppo del Pd in Regione Pierfrancesco Majorino, ex assessore comunale, ex europarlamentare, vicino alla segretaria Schlein, non nasconde le sue aspirazioni per il dopo-Sala ed è pronto a invocare le primarie di coalizione nel caso in cui i vertici del Pd optassero per una scelta dall’alto e, magari, su un “papa straniero“, cioè un esponente della società civile di area progressista. Nella rosa del Pd ci sono anche due donne: la parlamentare Lia Quartapelle e la vicesindaco Anna Scavuzzo. Ma c’è anche un altro politico che coltiva qualche chance di promozione, l’assessore comunale al Bilancio Emmanuel Conte, esponente della lista Sala, forse il membro della Giunta più apprezzato dal sindaco, che qualche settimana fa gli ha affidato la delega al Piano Casa nell’avvicendamento da rimpastino tra il dimissionario Guido Bardelli e l’entrante Fabio Bottero.

Nel centrosinistra, però, la tentazione di puntare su un “papa straniero“, cioè su un candidato sindaco non iscritto a un partito, resta. Uno dei nomi più citati negli ultimi mesi è quello del giornalista, fondatore della società di podcast Chora Media ed ex direttore di Repubblica Mario Calabresi, figlio del commissario Luigi Calabresi, ucciso da Lotta Continua nel 1972. Su Calabresi, lo scorso ottobre, era arrivato un parere positivo del sindaco Sala, ma l’interessato ha frenato, anche se non escluso del tutto, la sua corsa verso Palazzo Marino. Il suo nome potrebbe tornare d’attualità tra qualche mese. Un altro papabile della società civile è l’economista e rettrice dell’Università della Statale Bicocca Giovanna Iannantuoni, nel novembre 2023 nominata prima donna presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. Il mondo cattolico di area progressista, invece, vedrebbe bene come candidato sindaco Alberto Mantovani, patologo, immunologo, direttore scientifico dell’Istituto Clinico Humanitas, nonché presidente della Fondazione Humanitas per la Ricerca. Ma Mantovani ha una controindicazione: è del 1948 e nel 2027, l’anno delle Comunali, avrà 79 anni. Un’età che sembra troppo avanzata per un impegno gravoso come quello di fare il sindaco di una metropoli come Milano per cinque anni.