
Il segretario di Forza Italia: "Sarebbe un regalo alla sinistra". Ma Colucci: "Una tesi singolare"
Milano – No ad un profilo politico, sì ad un profilo civico. No a scelte concordate in una cena pre-pasquale, meglio un confronto di coalizione. Così Antonio Tajani, segretario nazionale di Forza Italia, boccia l’eventuale candidatura di Maurizio Lupi a sindaco di Milano in occasione delle prossime elezioni Comunali, in programma nel 2027. Il nome di Lupi per Palazzo Marino circola da settimane ma si è fatto particolarmente insistente negli ultimi giorni alla luce delle indiscrezioni relative ad una cena a casa del presidente del Senato, Ignazio La Russa, uomo forte di Fratelli d’Italia, nella quale si sarebbe deciso di puntare proprio su Lupi per tentare la riconquista di Milano, governata da 13 anni dal centrosinistra, in ticket, a quanto pare, con Andrée Ruth Shammah, direttrice artistica del Teatro Parenti. Da qui le dichiarazioni rilasciate ieri da Tajani: "Il futuro di Milano non si decide a cena. E non lo decide un partito (il riferimento è a Fratelli d’Italia, ovviamente ndr), si sceglie collegialmente. Noi abbiamo rispetto per tutti i nomi fatti, sono persone di prestigio. Ma come Forza Italia siamo convinti che serva un candidato civico, se vogliamo vincere. Non credo – ribadisce il segretario azzurro – che il miglior candidato possa essere un politico. Se politicizziamo lo scontro, facciamo un regalo alla sinistra". E quello di Lupi è un profilo parecchio politico, è il profilo di un politico di lungo corso.
Milanese, cattolico e presidente di Noi Moderati, Lupi è stato consigliere comunale a Milano già nel 1993, nelle fila di una Democrazia Cristiana ormai avviata al tramonto. Nel 1997 decide di entrare proprio in Forza Italia, partito per il quale sarà prima rieletto in Consiglio comunale e poi scelto come assessore allo Sviluppo del territorio dal sindaco Gabriele Albertini, una delega che manterrà fino al 2001. Poi il salto in Parlamento e nell’aprile del 2013 l’incarico da ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel Governo di grande coalizione guidato dal Democratico Enrico Letta, un governo del quale fa parte anche la stessa Forza Italia. Pochi mesi più tardi lo strappo, mai più ricomposto, con il partito fondato da Silvio Berlusconi nel frattempo ribattezzato Popolo della Libertà: Lupi decide, infatti, di passare al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Alessandro Colucci, coordinatore lombardo di Noi Moderati: "Una cena di auguri pasquali tra amici di tutto il centrodestra mi sembra una bella cosa. Non c’è nulla di male, come non c’è nulla di male nel fatto che si sia parlato di politica e di Milano. È singolare – invece – pensare che la politica non sia in grado di rappresentare la società civile, anzi è proprio questa la vera missione che è chiamata a svolgere".