GIAMBATTISTA ANASTASIO
Politica

Decreto Salva-Milano, Salvini contro i pm: “In migliaia con le case sequestrate”

Il ministro assicura di voler lavorare insieme a tutti i partiti per un provvedimento in tempi brevi: “Vanno tutelate le famiglie milanesi”

FE_SALVINI_MATTEO_6243-93720621

Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e segretario della Lega

Milano – “L’obiettivo è tutelare la casa dei milanesi. Quindi, con tutto il rispetto per le inchieste della magistratura, non possono esserci migliaia di famiglie milanesi che hanno pagato per un appartamento, che aspettano un appartamento o che, addirittura, sono già all’interno di un appartamento sotto sequestro”. Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, motiva così la necessità e l’urgenza del decreto con il quale il Governo punta a rimuovere le ambiguità alle quali si presta attualmente l’interpretazione di alcune norme edilizie e urbanistiche sulle altezze e i volumi delle costruzioni realizzate, in particolare, nell’ambito degli interventi di ristrutturazione o di rigenerazione. Detta in altre parole: il decreto col quale si punta a togliere dallo stallo, in un tempo solo, gli uffici comunali e gli interventi immobiliari finiti nel mirino della procura di Milano. Parole, quelle del ministro, proferite nell’aula Magna del Politecnico, a margine della presentazione del nuovo campus scientifico nell’area della Goccia, un piano di rigenerazione che, invece, non rischierebbe di finire sotto i riflettori della procura, perlomeno non secondo Ferruccio Resta, ex rettore e oggi presidente della Fondazione dell’ateneo.

“Noi – prosegue il ministro – stiamo con tutti i partiti, non è un’iniziativa di Salvini o della Lega, con tutti i partiti stiamo lavorando a una norma che permetta a queste famiglie di vivere tranquillamente in casa loro a Milano e per il futuro di regole certe”. Poco prima lo stesso ministro aveva rivolto un altro monito alla magistratura, invitandola “non guardare al passato”, a “non guardare indietro” e a “non remare contro” lo sviluppo del Paese.

Prima e dopo il riferimento al decreto già ribattezzato “Salva-Milano”, benché, come ovvio, si applichi a tutto il Paese e non senza che una parte della sinistra milanese abbia storto il naso, Salvini si era soffermato su altri due fronti caldi, anzi caldissimo, del rapporto tra politica e magistratura o, meglio, tra Governo e magistratura. Innanzitutto quello relativo alla mail di Marco Patarnello, sostituto procuratore della Corte di Cassazione, e resa nota in queste ore: “Giorgia Meloni più pericolosa di Berlusconi? Il magistrato che ha scritto quella mail non dovrebbe più essere al suo posto – commenta il ministro –. Ci sono più di novemila magistrati in Italia e la stragrande maggioranza fanno liberamente e positivamente il loro lavoro. Se c’è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale o un luogo di vendetta politica, semplicemente ha sbagliato il proprio mestiere. Se questa mail fosse vera, sarebbe di una gravità inaudita”.

Infine, terzo ed ultimo fronte aperto, quello relativo al ritorno coatto in Italia di alcuni migranti inizialmente ospitati in Albania ma anche al caso Open Arms: “L’immigrazione regolare, positiva è un fattore di cui abbiamo bisogno, quella irregolare e clandestina deve essere punita, limitata e allontanata come in tutto il mondo – risponde, a domanda, Salvini – Lo ripeto: rispetto il lavoro degli altri e anche dei magistrati che hanno chiesto per me 6 anni di carcere, perché ho fatto il mio dovere e loro la pensano in modo diverso, ma difendere i confini di un Paese e allontanare le persone che commettono i reati che non hanno documenti a posto o delinquono è il diritto di uno Stato. Lo fa tutto il mondo e sarebbe complicato spiegare che solo l’Italia non è in grado di allontanare i migranti clandestini per la scelta di alcuni giudici”.