Covid, mail per evitare zona rossa: Pd e M5S contro Fontana. Il governatore: diffamazione

Bufera sulla richiesta di non inasprire le misure antivirus avanzata al Governo il 28 febbraio 2020. Majorino: presidente inadeguato. Replica: gli ospedali non erano sotto pressione e Conte ci limitò

Milano, 3 dicembre 2022 - Attilio Fontana contribuì ad evitare l’istituzione della zona rossa in Lombardia – e in particolare a Nembro e Alzano Lombardo, in Val Seriana, in provincia di Bergamo – nella fase iniziale di quella che sarebbe poi diventata la pandemia da Coronavirus. Questo è quanto emerge da una mail inviata il 28 febbraio del 2020 dal governatore lombardo alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Protezione civile. Una mail resa nota ieri dal quotidiano “Domani“, già agli atti della procura di Bergamo, che sta indagando sulla gestione del Coronavirus da parte delle autorità politiche e sanitarie, e che ha acceso la campagna per le Regionali del 2023.

La mail di Fontana

Nel dettaglio, Fontana, in quella mail, chiede di proseguire con le misure di contenimento del virus già in corso alla data del 28 febbraio, senza prevederne un inasprimento: "Regione Lombardia, con la nota trasmessa ieri, ha richiesto il sostanziale mantenimento per la settimana dal 2 all’8 marzo delle misure di contenimento della diffusione del Coronavirus valide per questa settimana, già adottate con il decreto del 23 febbraio 2020 per i Comuni del basso lodigiano e con l’ordinanza per il resto del territorio regionale". Tale richiesta fu avanzata sebbene la Regione, come dimostra il report allegato alla mail, avesse consapevolezza che l’indice di trasmissione del contagio (Rt) fosse oltre la soglia critica del 2, che ogni paziente trasmettesse il virus "ad altre due persone". In quel report la Regione metteva, però, nero su bianco come il virus "clinicamente" non desse problemi. Da qui la polemica.

Il botta e risposta

Il primo a commentare è Pierfrancesco Majorino, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione: "Fontana ha colpevolmente giocato con la vita dei lombardi e si è dimostrato palesemente inadeguato nella gestione dell’emergenza, arrivando a minimizzare una situazione che era già fuori controllo. Con quale coraggio si presenta oggi per chiedere di nuovo la fiducia dei lombardi?". La replica non si fa attendere: "L’attacco di Majorino mi stupisce – fa sapere Fontana –. Pensavo, sulla base delle affermazioni da lui fatte, che si sarebbe trattato di una campagna elettorale sui contenuti. Se si fonda invece sulla diffamazione ne prendiamo atto. E prendiamo atto delle dimenticanze che sono state contenute nel servizio (del Domani ndr ) dove non si ricorda un dettaglio: che nella mail era scritto che il virus era clinicamente sotto controllo e gli ospedali non erano ancora sotto pressione".

Aperitivi e zone rosse

E ancora: "Ci si dimentica anche che in quei giorni - agguinge Fontana - c’erano due sindaci importantissimi e un segretario politico di un partito importantissimo, che fa riferimento a Majorino, che dicevano che si doveva andare a cena e agli aperitivi. Guarda caso – sottolinea ancora il governatore – il redattore di questa relazione alla procura è diventato senatore del Pd". In serata da Palazzo Lombardia ricordano che nei primi giorni della pandemia la Regione aveva chiesto al Governo di Giuseppe Conte di poter istituire autonomamente zone rosse e gialle ma fu risposto che che "si potevano prendere misure solo parziali e provvisorie, senza blocco delle attività produttive" fino al nuovo decreto.

Le "blande restrizioni"

"Fontana sapeva ma nonostante ciò non ha voluto mettere in sicurezza la Lombardia – rimarca,però, Nicola Di Marco, capogruppo del M5S in Consiglio regionale –. Il 26 febbraio indossava goffamente una mascherina su Facebook e solo due giorni dopo scriveva alla Protezione civile e al Governo di mantener blande restrizioni e non adottare le misure che avrebbero salvato la vita a migliaia di lombardi. Fontana dichiarava di affidarsi alla scienza, mentre, consapevole di un Rt fuori controllo, scriveva mail chiedendo di non chiudere. È dimostrato l’approccio esclusivamente propagandistico e non di sostanza con cui il centrodestra ha affrontato la crisi". In difesa del governatore ecco Roberto Anelli, capogruppo lombardo della Lega: "In quei giorni in Val Seriana non c’era nessuna pressione ospedaliera e Fontana non poteva certo negare l’evidenza. Purtroppo è iniziata la campagna elettorale".

 

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