Milano – Sulla vittoria di Alessandra Todde, candidata del Pd e di M5S, nelle elezioni per la Regione Sardegna, è intervenuto anche il sindaco di Milano Beppe Sala, proponendo delle considerazioni politiche nazionali e degli insegnamenti dalla contesa isolana per gli assetti futuri del centrosinistra.
Voto disgiunto
In un lungo post su Instagram dal titolo “Sardegna e futuro”, il primo cittadino attribuisce grande importanza per l’affermazione di Todde al voto disgiunto, frutto della credibilità della candidata acquisita grazie alla sua “storia personale”: la neo governatrice ha infatti preso 40.301 voti in più rispetto a quanto raccolto dai partiti che l'hanno sostenuta. “Il centrosinistra ne esce bene (forse più Elly Schlein che il M5S, il quale ha espresso sì la candidata, ma non ha ottenuto percentuali elettorali come forse si attendeva), però non bisogna dimenticare che senza il voto disgiunto non si sarebbe vinto”.
Il centro è antistorico
Per Sala l’indicazione che esce dalle urne sarde è “anticentrista”: “Il centro da solo non va da nessuna parte – scrive il primo cittadino – L’ho detto più volte e lo ripeto: il centro è un’idea politica che non è allineata con i tempi che viviamo. Ci si può sentire più di centro, moderati, o comunque ci si voglia definire, ma stando all’interno dello spazio politico del centrosinistra. Un moderato non può stare dall’altra parte, ovvero in compagnia di componenti che continuano a strizzare l’occhio a Putin o che non prendono radicalmente le distanze dai nostalgici del fascismo. È necessario dialogare con tutti, per esempio nel 2021 sono stato alla Leopolda ma per dire che non c’è altra via che il centrosinistra”.
Il crollo della Lega
Sul fronte degli sconfitti, secondo Sala, il principale delle elezioni sarde è Matteo Salvini: “Il voto manifesta le contraddizioni all’interno del centrodestra, ma non illudiamoci troppo, hanno sempre dimostrato, al momento giusto, di riuscire a trovare una sintesi per vincere. Tuttavia, a parte Truzzu c’è un chiaro sconfitto: Matteo Salvini. Il crollo della Lega, l’aver perso un governatore e il sospetto di avere fatto perdere la sua coalizione (con il voto disgiunto) determina un nodo che la maggioranza di Governo non potrà fare finta che non esista".
Le Europee
Sala poi guarda alla prossima sfida elettorale che attende il centrosinistra: “Ora concentriamoci sulle Europee, senza però perdere la volontà di guardare nel lungo periodo. Le Europee non possono diventare una sorta di test sui leader o sulle leader dei singoli partiti. Sono probabilmente le elezioni più importanti della storia elettorale Ue. Pensiamo piuttosto a chi mandiamo a Bruxelles: c’è un gran bisogno di persone competenti e in grado di onorare il nostro Paese”.