
Milano, 24 settembre 2023 – Lo sono state Facebook (il cui sito fu lanciato nel 2004) e Google (fondata da Larry Page e Sergey Brin nel 1998) o ancora Spotify (nata in Svezia nel 2006) e l’italiana Satispay (Cuneo, 2013), prima di crescere in termini di dimensioni e fatturato. Parliamo di start-up: giovani imprese innovative «che stanno appena iniziando ad operare», come recita la definizione del dizionario Oxford.
Esse nascono da un’idea originale e dall’ambizione di introdurre sul mercato un prodotto o un servizio che prima non c’era. Per crescere e non fallire, necessitano poi di di due cose: clienti e capitali. I primi sono necessari per garantire le vendite; i secondi servono per coprire i costi di ricerca e di sviluppo.
I fondatori di startup, conseguentemente, hanno bisogno di investitori disposti a finanziare i loro progetti. Per agevolare questo incontro, da domani, lunedì 25 a mercoledì 27 settembre si celebrerà all’Università Bocconi la seconda edizione dell’evento dedicato alla tecnologia TechChill Milano.
Come affermato da Annija Mezgaile, amministratrice delegata (CEO) dell’organizzazione promotrice lettone TechChill interessata al mercato italiano, l’obiettivo è quello di «favorire networking, mettendo a disposizione dei fondatori di startup un luogo dove poter raccontare la propria idea di business e conoscere potenziali investitori».
Non solo. Dopo esser state selezionate tra oltre trecento candidature provenienti da tutto il mondo, le migliori cinquanta start-up parteciperanno alla “Fifty Founders Battle”: una competizione interna all’evento che – come spiegato da «Il Giorno» – pone in palio un sostegno di 10mila euro finanziato da Federated Innovation @MIND – il network di 32 aziende private promosso dalla società immobiliare australiana Lendlease, responsabile dell’edificazione del polo scientifico MIND (Milano Innovation District) nell’ex area Expo. Ventisei sono le società italiane in gara, tra cui Bi-rex, LimitlessDevice e RealBowl.
TechChill Milano, occorre precisare, è un evento a pagamento, con biglietti («pass», più precisamente) diversificati in base alle esigenze della clientela. Il più economico, pensato per studenti e studentesse, costa 69 euro. Mentre chi desidera disporre di un proprio stand dovrà pagare fino a 700 euro.
Interrogata in merito al trattenimento di introiti dalla vendita di biglietti e da finanziamenti privati, Mezgaile ha risposto: «Il modello è trasparente: raccogliamo fondi per ogni evento. In quanto organizzazione indipendente, non affidiamo le nostre entrate a un’unica fonte di reddito. Questo ci dà la libertà di fare delle scelte mettendo al primo posto il nostro pubblico. Inoltre, in Lettonia, lo Stato offre programmi di sostegno per le organizzazioni di start-up perché il settore ha il potenziale per diventare una parte importante dell’economia. Infine, qualche volta partecipiamo a gare d’appalto relative a progetti della Commissione europea, valutando, caso per caso, se è utile per raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine».
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