
Giorgio Pontarollo segretario generale della Fiom (Milano)
Cologno Monzese (Milano) – Da ieri la protesta dei lavoratori della Siae Microelettronica e della controllata SM Optics si è infiammata e andrà avanti ad oltranza. Negli occhi dei lavoratori fuori dai cancelli di Cologno si leggono rabbia, disperazione e paura per il futuro. Ma anche tanta dignità e una certezza: la protesta non si fermerà. Sono già quattro i mesi senza stipendio e, per alcuni, il dramma è doppio: marito e moglie lavorano nella stessa azienda e in casa non entra più neppure un euro.
Come racconta Matteo Rugiada della Siae Microelettronica: “Non si può andare avanti senza stipendi. In alcuni casi parliamo di otto mensilità mancanti, perché ci sono colleghi che fanno parte della stessa famiglia. Come si fa ad andare avanti? Semplice: bisogna arrangiarsi. C’è chi porta a spasso i cani, chi taglia l’erba, chi accompagna i bambini a scuola per guadagnare qualcosa. Dove si riesce, si bussa ancora alla porta di mamma e papà. Alcuni colleghi sono tornati ad abitare con i genitori, rimettendo i propri vestiti negli armadi accanto a quelli di quando erano ragazzi, perché gli affitti si devono pagare e senza soldi diventa un dramma. E poi ci sono le spese quotidiane, ormai insostenibili”.
Anche Alberto Petazzi, della SM Optics, denuncia una situazione insostenibile: “Se vai al supermercato e non hai i soldi, il prosciutto non lo compri. Ma la cosa che dà più fastidio è sentirsi presi in giro: l’azienda continua a dire che pagherà, ma poi non mantiene le promesse. Questo fa pensare che abbiano altri interessi, che non sono certo i lavoratori. Un’azienda così non può andare avanti a lungo”. Per Mirella Grandotto, anch’essa della SM Optics, il futuro appare buio: “Lavoro qui dal 2014 e non stiamo vivendo bene questo periodo. Ho la fortuna che solo io, in casa, lavoro in questa azienda: abbiamo perso soltanto il mio stipendio. Le spese però restano e la famiglia va portata avanti. Immagino i colleghi che sono marito e moglie a lavorare qui: per loro è ancora peggio. Il futuro è nero”.
Intanto le rappresentanze sindacali annunciano che per giovedì è previsto un incontro con la proprietà, insieme ai soggetti chiamati a garantire sulle prospettive dell’azienda: “Vedremo come andrà. Se non arriveranno le risposte e le garanzie che chiediamo, metteremo in campo altre forme di protesta, a partire dal coinvolgimento dei Comuni e delle istituzioni locali” - spiegano dalla Fiom -. Regione Lombardia, attraverso la Quarta Commissione, si è già attivata: questa vertenza è diventata un caso simbolo del settore delle telecomunicazioni in Italia. Un settore che rischia di essere svenduto, a scapito degli asset strategici del Paese. “La buona volontà, purtroppo, non sempre basta. Ed è esattamente quello che stiamo vivendo oggi”, concludono i sindacati.