Arnaldo Liguori
Economia

Massimiliana Landini Aleotti: l’erede silenziosa del farmaco italiano

La vedova di Alberto Aleotti ha portato il gruppo Menarini a diventare una potenza farmaceutica da 7,2 miliardi

Massimiliana Landini Aleotti

Discrezione e determinazione sono le parole chiave per comprendere Massimiliana Landini Aleotti, la donna che, con un patrimonio stimato di 7,2 miliardi di euro, rappresenta una delle figure più potenti dell’industria farmaceutica italiana. Vedova di Alberto Aleotti, l’uomo che trasformò Menarini in un colosso internazionale, Massimiliana ha ereditato le redini dell’azienda nel 2014, diventando presidente del gruppo insieme ai figli Lucia e Alberto Giovanni.

Il gruppo Menarini, fondato a Napoli nel 1886 e trasferito a Firenze nel 1915, è oggi il primo gruppo farmaceutico italiano, con un fatturato che supera i 4 miliardi di euro annui. Sotto la guida della famiglia Aleotti, l’azienda ha ampliato significativamente la propria presenza internazionale, operando in oltre 140 paesi e impiegando più di 17.000 persone. La produzione spazia dai farmaci per cardiologia e ipertensione a quelli per gastroenterologia, con un forte investimento nella ricerca oncologica.

Nonostante il successo, il cammino non è stato privo di ostacoli. La famiglia ha dovuto affrontare una lunga battaglia legale con il fisco italiano, conclusasi nel 2016. Ciò non ha impedito a Massimiliana di consolidare la presenza di Menarini sul territorio milanese, dove l’azienda gestisce importanti centri di ricerca e sviluppo. Pur mantenendo la sede principale a Firenze, la connessione con Milano rappresenta un asse strategico fondamentale per i rapporti con la comunità finanziaria e scientifica internazionale, confermando il ruolo della città come hub dell’innovazione farmaceutica in Italia.

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