
Giovanna Ceolini, imprenditrice di Parabiago e presidente di Assocalzaturifici
La provincia di Milano, è attualmente in testa tra le realtà provinciali italiane per quanto riguarda l’export di calzature. La provincia lombarda ha superato, proprio nei primi mesi del 2023, Firenze. Analizzando, infatti, l’andamento delle esportazioni nei territori, emerge che forti crescite dell’export in alcune province sono da ricondursi alla presenza di hub logistici, spesso legati alle vendite online, o di depositi delle multinazionali del lusso. In quest’ottica va letta la performance significativa di Milano, che mostra nel primo trimestre un incremento tendenziale del +64% ed è divenuta la prima provincia esportatrice del settore, scavalcando Firenze (-11%).
Esaminando nel dettaglio i mercati di sbocco di questi due territori, però, si rileva il marcato aumento dei flussi da Milano verso la Svizzera, cresciuti del +251%, ovvero di 103 milioni di euro rispetto a gennaio-marzo 2022: all’incirca l’ammontare del calo registrato dalla provincia di Firenze verso lo stesso Paese (-99,8 milioni, pari al -28%). Variazioni legate a cambiamenti nelle dinamiche distributive e non alla congiuntura distrettuale. Per effetto di questi movimenti, la Lombardia (con un +49,5%) ha superato la Toscana (-6%) nella graduatoria dell’export per regione, al secondo posto dietro al Veneto (+12,6%).
Le performance di crescita in Lombardia e a Milano sono coerenti con la ripresa del comparto calzaturiero italiano, che nel primo trimestre 2023 registra un +13,6% di fatturato rispetto all’analogo periodo del 2022. È la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici, che evidenzia anche un progresso del saldo commerciale (+21%). "Dopo l’ennesimo record conseguito a consuntivo 2022 (12,65 miliardi di euro, +23% sul 2021), prosegue l’incremento dell’export, segnando +16,1% a valore – spiega Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici e imprenditrice di Parabiago – in particolare, tutte le prime 20 destinazioni, con la sola eccezione della Svizzera, mostrano aumenti in valore e quasi sempre a doppia cifra. Diverso però il discorso in termini di volume, dove rallenta vistosamente il Nord America (-19,4%) e frenano Germania (-8,8%), Regno Unito (-10,1%) e i flussi diretti in Svizzera (-24,8%).
Rimbalzo in Russia e Ucraina, tenendo conto che nel marzo dello scorso anno, subito dopo l’avvio del conflitto, le vendite erano crollate; risultati premianti in Kazakistan (+77% in valore). Continua inoltre il recupero sul mercato interno (+8,2% in spesa gli acquisti delle famiglie su gennaio-marzo 2022)". Non mancano però elementi di preoccupazione. Diversi , infatti, i segnali di affievolimento della crescita, dopo il rimbalzo registrato nel 2021 e il consolidamento del 2022 che hanno permesso al settore di tornare sui livelli di fatturato pre Covid: le previsioni delle aziende sui ricavi nei prossimi trimestri successivi, pur positive, evidenziano una progressiva decelerazione.