Galleria, addio bottega storica: la coltelleria Mejana lascia

La coltelleria nel Salotto dal 1917 annuncia la chiusura: "Situazione economica insostenibile e il Comune non dà una mano sull’affitto"

Emanuele Roberto Scapecchi, titolare della storica bottega

Emanuele Roberto Scapecchi, titolare della storica bottega

Milano, 6 febbraio 2021 - Addio Salotto, dopo 104 anni. La coltelleria Mejana, una delle botteghe storiche della Galleria Vittorio Emanuele, ha deciso di chiudere i battenti a causa della crisi economica provocata dall’emergenza Covid. La saracinesca di Mejana è abbassata da giorni, il negozio ormai è quasi vuoto. E ieri alle 12 il proprietario del marchio, Roberto Scapecchi, ha comunicato alla direzione Demanio del Comune che lascerà lo spazio e non ha intenzione di rinnovare il contratto di affitto. Il negozio è uno dei più piccoli della Galleria, 28 metri quadrati (49 mq con metri perimetrali e soppalco), l’affitto annuale ammonta a 80 mila euro all’anno.

Numeri compatibili con una bottega storica, almeno finché non è scoppiata la grave crisi economica. "La nostra decisione ormai è irrevocabile – spiega Scapecchi –. La situazione in Galleria è nota a tutti. È da un anno, da quando è scoppiata la pandemia, che nel Salotto passa pochissima gente. Nonostante il Covid e la crisi, il Comune non ci è venuto incontro. Eppure nel 2020 siamo stati chiusi per 122 giorni a causa del lockdown. Non sono pochi. E quando abbiamo riaperto non è cambiato molto. Dalla zona rossa a quella gialla è lo stesso: in Galleria non passa nessuno. Ci saremmo aspettati una riduzione del canone almeno per i giorni in cui siamo rimasti chiusi. Ma nella riunione di oggi (ieri, ndr ) il Comune ci ha detto di avere avuto una riduzione delle entrate nel 2020 e di non poter applicare sconti". Mejana , "coltelleria e chincaglieria", si legge nell’insegna, ha una storia lunga 126 anni. "Siamo alla quinta generazione – continua Scapecchi –. Siamo in Galleria dal 1917, ma la nostra attività è iniziata nel 1895 a Cremona. Poi siamo arrivati a Milano, prima in corso Magenta, poi in via Broletto, infine nel Salotto". Fino al 2021. "Abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per sopravvivere. Ma alla fine se mancano i turisti perché per ora non vengano in città e se mancano i milanesi perché sono in smart working, la situazione diventa insostenibile. E ancora non si vede neanche la fine della crisi".

In quanto bottega storica, Mejana aveva diritto a un rinnovo automatico del contratto di locazione ai valori fissati dal Comune (2.700 euro al mq). Non avrebbe dovuto partecipare a un bando. Ma ha deciso lo stesso di restituire lo spazio a Palazzo Marino. Questo dà l’idea della gravità della situazione. "Il nostro contratto è scaduto a giugno, avremmo potuto rinnovarlo, ma non lo faremo – chiosa Scapecchi –. Il trattamento di riguardo del Comune nei confronti delle botteghe storiche è stato solo quello di non mettere all’asta gli spazi, ma i canoni di affitto per il rinnovo fissati dall’amministrazione restano troppo elevati per attività come le nostre. Ma le botteghe storiche non erano il fiore all’occhiello della Galleria? Il Comune sembra pensare solo alle multinazionali e sembra voler mandar via le botteghe storiche". Mejana andrà avanti a vendere i suoi coltelli da collezione online, in attesa di aprire un nuovo negozio altrove, quando la crisi sarà finita. Ma non sarà la stessa cosa, dopo 104 anni in Galleria.

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