
Fluid-o-Tech
Milano, 15 marzo 2016 - La volata dell’industria dell’automobile si è fatta sentire. "Un anno fa avevo annunciato una crescita del 26% del 2014 sul 2015, nel 2015 abbiamo registrato un ulteriore più 32%», osserva Diego Andreis, direttore generale dell’azienda di famiglia, Fluid-o-tech, specializzata in pompe e ingranaggi meccanici per l’aeronautica, il tessile, l’informatica e le quattro ruote. Tanto che proprio «la crescita dell’automotive, un +24% nell’ultimo, ha trainato la nostra produzione».
Tradotto in numeri, il 2015 del gruppo fondato nel 1948 da Franco Andreis, con un quartier generale alle porte di Milano, a Corsico, si chiude con 73 milioni di euro di fatturato. E la prospettiva di mantenere lo stesso passo: «Abbiamo un piano industriale triennale – spiega il manager – che prevede una crescita tutti gli anni superiore al 20%». La Fluid-o-tech ha puntato i riflettori sui Paesi ad alto tasso di tecnologia, dove gli affari possono dare ritorni soddisfacenti, a cominciare dall’Europa, con Svizzera, Germania e Regno Unito in testa, e gli Stati Uniti come destinazione prediletta al di fuori del Vecchio continente. Il piano di sviluppo del gruppo, che conta 240 dipendenti, va di pari passo con un programma di assunzioni mirate allo sviluppo verso un’industria 4.0, «anche se non è facile trovare i profili con le abilità necessarie», puntualizza Andreis. Tanto che il manager, che è anche vicepresidente di Federmeccanica e numero uno del gruppo metalmeccanici di Assolombarda, ha sostenuto l’investimento in formazione: la Fluid-o-tech infatti è tra i fondatori dell’istituto meccatronico di Sesto San Giovanni. Meccatronica è la parola chiave del futuro prossimo venturo, un neologismo in cui abitano la meccanica, l’elettronica e l’informatica, ossia i pilastri dell’industria del futuro, sempre più digitale, robotizzata e gestita via internet. È una partita cara allo stesso Andreis, visto che il 15% del personale dell’azienda è impegnato in ricerca e sviluppo, che vorrebbe inserire tra i punti nell’agenda della futura Confindustria.
«È un paradigma su cui puntare e su cui orientare le scelte del governo», osserva il numero due dei metalmeccanici italiani. A cominciare da un credito di imposta per sostenere gli investimenti in tecnologia. Nodi che si sovrappongono alla corsa alla presidenza di Confindustria e alla successione a Giorgio Squinzi. «In un momento così complesso ed incerto, abbiamo bisogno di una leadership forte, volontà di radicale rinnovamento e visione sui mercati internazionali, capace di rappresentarci in Europa e di ridare alla meccanica, anzi meccatronica italiana, il suo ruolo trainante della manifattura e dell'economia – spiega Andreis -. Per questo vedo in Vacchi il candidato di fare tutto questo, senza dimenticare poi il rinnovamento delle relazioni industriali dove Federmeccanica ha bisogno di un supporto forte in Confindustria. Qui si gioca una partita importante per il futuro del nostro sistema industriale».