ANDREA GIANNI
Economia

Cantieri a Milano: inchieste, maltempo e fine dei bonus mettono a rischio il settore edile

Impennata delle ore di cassa integrazione: più 88,2% nel primo quadrimestre dell’anno. L’allarme dei sindacati: il blocco dei lavori porta a pesanti ricadute occupazionali

Per gli operai si è aperta una stagione di incertezza

Per gli operai si è aperta una stagione di incertezza

Milano – La paralisi di progetti e cantieri milanesi, dopo le inchieste della Procura su presunti abusi edilizi legati a una serie di operazioni di rigenerazione urbana, secondo stime sindacali potrebbe mettere a rischio fino a tremila posti di lavoro nell’edilizia, settore che l’anno scorso ha occupato, compreso l’indotto, circa 80mila persone nella Città metropolitana. A questo si aggiungono gli effetti della progressiva fine del superbonus, dopo anni di boom e di affari d’oro per le imprese, e del maltempo che sta costringendo a lunghe interruzioni dei cantieri. Fattori diversi che si traducono in una crisi descritta anche dai dati sulla cassa integrazione.

Secondo l’ultimo rapporto della Uil Milano e Lombardia, nel Milanese da gennaio ad aprile 2024 le ore di ammortizzatori sociali nell’edilizia sono aumentate dell’88,2% rispetto al primo quadrimestre dell’anno scorso. Una forte crescita (+82,7%) anche considerando tutta la Lombardia. Un dato che spicca nel confronto con gli altri settori, in un quadro generale di cassa integrazione in aumento a livello regionale (+43,9%) ma in calo (-11,2%) considerando solo il territorio milanese. Significa che in Lombardia ci sono 8.126 lavoratori in cassa integrazione in più rispetto ai primi quattro mesi del 2023, mentre nella Città metropolitana ce ne sono 121 in meno. Segnali di crisi nonostante l’incremento occupazionale certificato anche dagli ultimi dati Istat.

"Abbiamo l’urgenza – sottolinea il segretario confederale Uil Lombardia Salvatore Monteduro – di una risposta tempestiva e mirata per proteggere i lavoratori coinvolti e sostenere la transizione verso settori più stabili e sostenibili. Per questo sollecitiamo la Regione Lombardia ad attivare le Unità di crisi aziendali in ogni provincia".

Guardando i settori, a Milano e hinterland l’industria tiene, con un +2,8% di cassa integrazione rispetto al +24,4% lombardo. Nel commercio le ore di cassa integrazione autorizzate sono finora il 40,9% in meno rispetto al 2023. Indice di una piena ripresa del settore che fu tra i più colpiti durante la pandemia.

Tornando all’edilizia, quindi, l’esplosione della cassa integrazione, dopo che nel 2023 si era registrato il minimo storico, è dovuta a diversi fattori. Tra cui anche l’effetto positivo di sistemi come quello della congruità, cioè l’obbligo di dichiarare la forza lavoro in un cantiere, che hanno fatto emergere operai in nero finora esclusi dagli ammortizzatori sociali. "Sicuramente c’è un effetto dato dall’esaurirsi dei vari bonus con un raffreddamento generale del settore dell’edilizia – spiega Salvatore Cutaia, segretario Feneal Uil Milano, Lodi, Pavia e Cremona e vicepresidente della cassa edile – anche se la massa salari resta ancora molto alta. Bisogna anche considerare il maltempo, perché i giorni di pioggia stanno bloccando i cantieri". La fine del superbonus ha già portato a tagli dovuti alla chiusura di aziende spuntate sull’onda degli incentivi e arrivate al capolinea quando si sono stretti i cordoni della borsa.

E preoccupa anche il possibile "effetto domino" dalla paralisi della rigenerazione urbana milanese. "È giusto che i magistrati facciano il loro lavoro – spiega Cutaia – ma bisogna trovare una soluzione per sbloccare l’impasse, perché sono a rischio migliaia di posti di lavoro, senza considerare i disagi per chi ha acquistato casa". Rischi evidenziati anche dalla presidente di Assimpredil Ance Regina De Albertis: "Ora tutto è fermo, le conseguenze le pagano in primis i cittadini".