ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Sananda Maitreya, la musica, la mitologia. “Non ho una carriera, questa è la mia vita”

Svelato il nuovo album dell’artista statunitense di casa a Milano: “The Pegasus Project: Pegasus & The Swan”. Dal 7 giugno partirà il tour

Sananda Maitreya

Sananda Maitreya

Milano – Sananda e il gran coda. Il Flagship Store della Steinway in largo Donegani ha fatto da cornice nei giorni scorsi al varo del nuovo album “The Pegasus Project: Pegasus & The Swan”, tredicesimo capitolo di una discografia varata da Maireya nel 1987 col celebrato “Introducing the hardline according to…” quando ancora si chiamava Terence Trent Howard. Anzi, D’Arby. Album strutturato, pieno di musica (41 brani), in cui il roco erede di Sam Coocke, com’è stato identificato fin dal folgorante esordio, trova la complicità, fra gli altri, di Andy Wright (Pet Shop Boys/Massive Attack), Jellybean Johnson (batterista di Prince), e dei sessanta elementi della Budapest Art Orchestra, diretta dal Maestro Diego Basso, e l’Archimia String Quartet. "All’inizio dovevano essere solo 13 pezzi e poi..." spiega Maitreya, 62 anni, sposato da vent’anni con l’architetto milanese Francesca Francone che gli ha dato due figli. "Per me questo progetto rappresenta il punto d’arrivo di un processo di liberatorio".

In fondo la musica aiuta a essere liberi.

"Io sono Sananda Maitreya, non un numero da classifica. E le persone che mi seguono questo lo sanno. Non ho una carriera, quel che faccio è la mia vita. Un modo per mettere la mia arte al servizio degli altri come fosse la missione affidatami dagli dei".

Avventura singolare, la sua.

"Quando la mia musica esplose, Prince mi disse: ‘non ti invidio perché sei diventato fenomeno all’improvviso senza una crescita graduale. La gente non conosce il tuo percorso artistico e non capisce che direzione prenderà’. Aveva ragione. Ecco perché penso che questo sia il momento migliore della mia vita d’artista, perché so chi sono".

Sananda, da cosa nasce questo progetto?

"Sento di provenire da un altro luogo e l’unica cosa capace di dare senso pieno alla mia vita è l’arte, tanto facendola che prendendo ispirazione da essa. A cambiarmi l’esistenza sono stati i Beatles, non ho ricordi musicali prima di loro".

Otto anni dopo ‘Prometheus & Pandora” torna ad immergersi nella mitologia.

"Io credo che tutte le diverse mitologie che ho letto da quando ero bambino, tramandate di popolo in popolo, prima ancora che nascesse la scrittura, siano storie potenti. Io credo che gli esseri umani provengano dalla mitologia, è geneticamente in ognuno di noi, perché le storie della mitologia sono tramandate da sempre. Sono archetipi. Noi possiamo riconoscere noi stessi, in un particolare archetipo. Case editrici come Marvel hanno fatto una fortuna attorno a questo".

Ovviamente “The Pegasus Project: Pegasus & The Swan” avrà pure un riscontro live.

"Il tour partirà il 7 giugno in Olanda, incrociando poi la strada di alcuni festival. Ovviamente, ci focalizzeremo sul progetto. Al momento non ci sono concerti in Italia, ma sto ragionando su una specie di residency qui a Milano, perché mi piacerebbe creare qualcosa di particolare in questa città dove s’incontra il mondo".

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