GRAZIA LISSI
Cultura e Spettacoli

Da Brescia a Milano a Bergamo, Riccardo Frizza direttore del Donizetti: amo la Lombardia

L’amore per il repertorio italiano lo ha portato sul podio dei maggiori teatri internazionali, fra cui Scala, Opéra National de Paris e Opera di Chicago

Il Maestro Riccardo Frizza atteso venerdì al teatro Donizetti di Bergamo

Bergano, 14 novembre 2014 - L’amore per il repertorio italiano ha portato Riccardo Frizza sul podio dei maggiori teatri internazionali, fra cui Scala, Opéra National de Paris, Opera di Chicago, San Francisco Opera, Metropolitan di New York e Bayerische Staatso di Monaco. L’intelligente e sensibile direzione sinfonica l’ha consacrato fra i migliori direttori d’orchestra della sua generazione. Alla vigilia della riapertura del Donizetti Opera Bergamo, di cui è direttore musicale, il Maestro, con sincerità ed empatia racconta "sono bresciano, lì sono nato e continuo a vivere; trascorro molto tempo a Bergamo, mi piacciono Milano e le altre città della mia regione. Sono un lombardo doc che viaggia per il mondo". Con “L’elisir d’amore“ Frizza, vincitore del Premio O´pera XXI come migliore direttore musicale, inaugura il 19 novembre alle 20 il festival dedicato a Gaetano Donizetti. Maestro, cosa significa aprire la stagione con l’opera più famosa del compositore? "Ho pensato al pubblico che finalmente rientra in sala a Bergamo che ha così sofferto per la pandemia. Il teatro è il centro della vita sociale di ogni città, le persone vogliono tornare alla normalità. Lo scorso anno dirigendo il “Requiem“ di Donizetti alla presenza del presidente Mattarella, è iniziato un percorso importante, a poco a poco la città è rinata; quella sera abbiamo avvertito un silenzio autentico, denso di riflessioni. Per tutto quello che abbiamo vissuto e condiviso dovevamo regalare il festival". Perché solo titoli popolari? "E spensierati, L’Elisir, opera buffa, è dedicata alla città, alla sua gente; l’abbiamo ambientata nella campagna lombarda e il pubblico sarà parte integrante della serata. È il nostro modo di ripartire". In Italia e all’estero è considerato una star dell’opera. "All’estero sono conosciuto anche per il repertorio sinfonico, in Italia maggiormente per l’operistico, vent’anni fa ho iniziato a studiare e recuperare spartiti che non erano rappresentati da anni, intanto dirigevo anche le opere più celebri. Oggi è cambiata la mia coscienza, la maturità di musicista, scavo sempre di più nella drammaturgia di una partitura, nel mio repertorio ci sono più sessanta opere, è giunto il momento che affronti altri autori per il pubblico e per estendere la mia ricerca".