ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Milano pronta per Piano City: dal film-concerto su Sakamoto al set elettronico di Mezerg

Dal 17 al 19 maggio più di 270 concerti in 150 location sotto la Madonnina. "E ogni volta è come ricominciare da zero"

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MILANO – Ventidue minuti e mezzo. Anche solo per sommi capi, un racconto di quel che si muove nei tre giorni di Piano City, in programma dal 17 al 19 maggio, richiede tempo. E ieri Ricciarda Belgiojoso, direttrice artistica del festival assieme a Titti Santini, ha fatto un gran sfoggio di sintesi per mantenere la presentazione di questa quattordicesima edizione alla Sala Alessi di Palazzo Marino entro limiti fisiologici. Con più di 270 concerti in 150 location diverse o giù di lì, infatti, introdurre la municipalità, il sindaco Sala e l’assessore alla Cultura Sacchi al più popolato cartellone pianistico del nostro paese ha rappresentato una sfida nella sfida. Quella che la manifestazione raccoglie spaziando da Omar Sosa a Rick Wakeman, da Pierre-Laurent Aimard (forse il più apprezzato interprete di Messiaen, di cui propone il “Catalogue d’Oiseaux” con un ciclo di quattro appuntamenti) ad Antonio Ballista, da Thomas Umbaca a Roberto Cacciapaglia, da JB Dunkel degli Air ed Alan Clark dei Dire Straits, affiancando la tradizionale sede della Gam, la galleria d’Arte moderna di Milano, al Teatro della Triennale, al Base, al Volvo Studio, all’Ippodromo Snai di San Siro, ma anche indirizzi meno abituali come il carcere di Bollate, l’Humanitas Medical Care, la sala di scenografia dell’Accademia di Belle arti di Brera, il Museo Archeologico, quello della Scienza e della tecnologia, o la Casa dell’accoglienza “Enzo Jannacci”.

Signora Belgiojoso, dice il claim: “Il pianoforte è un’anima che canta”.

"Questo festival è una scommessa che ti costringe ogni volta a ripartire da zero. Milano è, infatti, una città in continua trasformazione che ad ogni edizione offre nuovi luoghi da scoprire e collaborazioni inedite da varare. Altra scommessa è rappresentata dai nuovi pianisti a cui offriamo un palco e un pubblico con un desiderio di rinnovamento irrinunciabile per un cartellone come il nostro".

Come nasce il programma di Piano City?

"In modo molto democratico, direi. Non diramiamo inviti, infatti, ma abbiamo una call in cui può proporsi chiunque inviando video e programmi che poi vagliamo attentamente uno ad uno, tenendo conto dei luoghi, dei pianoforti, delle situazioni in cui far esibire gli artisti visto che le scelte sono molto variegate e spaziano dalla classica al jazz, al pop, al rock, all’elettronica".

L’inaugurazione quest’anno è affidata ad un film, “Ryuichi Sakamoto / Opus”, dedicato al grande compositore giapponese.

"Si tratta di un film-concerto diretto da Neo Sora, figlio dello stesso Sakamoto, che ci permette così di omaggiarlo ad un anno dalla scomparsa con l’esecuzione integrale di una ventina di sue celebri composizioni. Apertura un po’ anomala com’era stata nel 2023 quella del “piano reading“ di Stefano Bollani e Alessandro Baricco".

Due eventi che consiglierebbe ad un ragazzo che si affaccia per la prima volta sull’universo Piano City?

"Gli suggerirei di non perdersi assolutamente Mezerg, protagonista sabato 18 a mezzanotte sul “main stage“ della Gam di una session elettronica tutta da ballare, ma anche la “piano lesson“ di Nicola Piovani, sulle sue musiche da film in agenda venerdì 17 alle 19 al Volvo Studio".

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