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Cultura e Spettacoli

Motta in concerto ai Magazzini Generali di Milano: “Ho imparato ad accettarmi circondato dalle mie donne”

Va in scena domani col supporto degli irrinunciabili Giorgio Maria Condemi e Francesco Chimenti rispettivamente a chitarra e basso

Motta

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Milano – A dispetto del titolo e delle suggestioni che ti scatena dentro, un album come “La musica è finita” non riserva a Motta inutili serate. Lo sa bene il popolo di quei Magazzini Generali dove è in scena domani col supporto degli irrinunciabili Giorgio Maria Condemi e Francesco Chimenti rispettivamente a chitarra e basso, affiancati da Davide Savarese alla batteria e Whitemary ai synth. Uscita dieci giorni fa, questa quarta fatica discografica solista dell’ex Criminal Jokers cambia un po’ di coordinate nella sua vita grazie alla coproduzione di Tommaso Colliva e alle presenze di ospiti come Willie Peyote, Giovanni Truppi, Jeremiah Fraites e Ginevra.

Dice di aver lavorato con amici o persone con cui le sarebbe piaciuto diventare amico.

"Vero. Le collaborazioni del disco nascono tutte da un desiderio reale. Niente di preordinato a tavolino, ma deciso in corso d’opera; è andata così con Willie, con Ginevra, con Jeremia, ma anche Maria Chiara Argirò una ragazza che sta a Londra e fa cose pazzesche. L’unico ospite arrivato a canzone quasi finita è stato Giovanni Truppi. Ho superato la crisi del settimo anno con me stesso e questa è una nuova fase della mia vita".

Cos’è cambiato?

"Crescendo ho capito di dover accettare le mie fragilità e amarmi. Attorno a me vedo tanta solitudine, ma io non sono, e non voglio, sentirmi solo".

In questi ultimi tempi ha cambiato un po’ tutto attorno a lei. Dalla produzione al management.

"Due anni fa col terzo album solista ‘Semplice’, mi sono reso conto di aver chiuso un ciclo. Con stupore, per la prima volta mi sono reso conto che facevo fatica ad ascoltare la mia voce. Nei testi mi trovavo ridondante, così ho cambiato modo di scrivere contestualizzando meglio le mie storie, e pure nelle musiche ho sentito il bisogno di seguire nuove strade".

Nel video della stessa “La musica è finita” ha voluto sua moglie Carolina Crescentini.

"Nell’idearlo ho pensato a due attori che vivessero davanti alla macchina da presa le stesse emozioni, ma in maniera speculare. Così, parlandone col regista Pepsy Romanoff, ci siamo resi conto della necessità di trovare due interpreti bravissimi e siccome considero mia moglie una tra le migliori attrici che abbiamo in Italia, così come Vinicio Marchioni, mi sono rivolto a loro".

A proposito, quali sono i suoi riferimenti?

"Innanzitutto, l’universo femminile che mi gira attorno, ovvero Carolina, mia madre Rosetta e mia sorella Alice, che è pure nel disco. Anche se il più citato nelle canzoni è di sicuro mio padre Giovanni".

Visto che l’album s’intitola “La musica è finita”, il singolo con Willie “Titoli di coda”, l’ottimismo dove sta?

"L’ottimismo è quello di quando accetti la fine delle cose. È quando fai finta di niente che manca la speranza".