
L'assessore alla cultura di Milano Tommaso Sacchi assegna il Sigillo della città a Salgado
Milano, 23 maggio 2025 - "Era un amico di Milano e la amava profondamente, ci mancherà". Con queste parole il sindaco milanese Giuseppe Sala ha ricordato il fotografo franco-brasiliano Sebastião Salgado, scomparso oggi a 81 anni. “L'ho conosciuto di recente quando è venuto a Milano a presentare una sua mostra sull'Amazzonia” ha ricordato il primo cittadino di Milano, durante l'inaugurazione del We World Festival a Base. "È stato un uomo che ha inciso sulle cose,” ha concluso Sala.
Il riconoscimento al Palazzo Marino
Nel 2023 a Palazzo Marino, l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi aveva consegnato a Salgado il Sigillo della Città conferito dal Sindaco Giuseppe Sala con la seguente motivazione: "Ha saputo portare all'attenzione del mondo intero con il linguaggio diretto ed evocativo delle immagini temi cruciali della contemporaneità, da quelli sociali a quelli della sostenibilità ambientale e dell'equilibrio tra uomo e natura”.
Un testimone della condizione umana
Salgado è celebre per le sue foto che hanno raccontato popoli, paesaggi e culture di tutto il mondo. A dare la notizia della scomparsa, l'Accademia di Belle Arti francese di cui faceva parte: "Siamo profondamente rattristati nell'annunciare la morte, avvenuta questo venerdì all'età di 81 anni, del nostro collega Sebastião Salgado", ha scritto l'Accademia, che lo definisce "un grande testimone della condizione umana e dello stato del Pianeta".
Le origini e la carriera di Sebastião Salgado
Nato a Minas Gerais, in Brasile, l'8 febbraio del 1944, Salgado si trasferì in Francia negli anni Sessanta per completare gli studi. Cominciò la sua carriera come fotoreporter, anche in scenari di guerra, lavorando per grandi agenzie internazionali come Sygma e Magnum.
Impegno per l'umanità e il pianeta
Negli anni ha deciso poi di dedicarsi ai temi che gli stavano più a cuore: le condizioni dell'umanità, con reportage sulle migrazioni e sulle condizioni di lavoro nei Paesi più poveri del mondo, e le condizioni del Pianeta, con ampi lavori dedicati all'Amazzonia e ai luoghi remoti, e in pericolo, del mondo. A spingerlo, come sempre, "un'enorme curiosità di vedere il mondo e conoscerlo", aveva raccontato in occasione della presentazione della mostra a Milano, nel 2014.