Addio ad Angelo Stella, custode dei segreti di Alessandro Manzoni

Addio allo studioso che ha guidato la Casa-museo del Gran Lombardo. Il successore Mauro Novelli: “Ha tracciato la strada di apertura alla città”

Angelo Stella davanti a un ritratto del Manzoni

Angelo Stella davanti a un ritratto del Manzoni

Milano – “Angelo Stella è uno dei più grandi studiosi che abbia mai conosciuto, straordinariamente umile, di una discrezione estrema, lavorava nell’ombra, non amava apparire. Direi che interpretava perfettamente lo spirito manzoniano". Mauro Novelli lo ricorda così, lui che ne raccoglie il testimone alla guida di Casa Manzoni a Milano, prescelto come successore dallo stesso Stella, linguista e filologo, morto all’età di 85 anni mercoledì scorso nel centro per le cure palliative della clinica Maugeri di Pavia, dove era ricoverato da alcuni giorni. I funerali si terranno lunedì alle 11, nella chiesa del Carmine di Pavia.

La facciata illuminata di Casa Manzoni, dietro la statua di Cristina di Belgiojoso
La facciata illuminata di Casa Manzoni, dietro la statua di Cristina di Belgiojoso

Allievo di Maria Corti all’Università di Pavia, Stella vi ha insegnato fino al pensionamento, concludendo la prestigiosa carriera accademica come professore emerito. Socio dell’Accademia della Crusca, dell’Accademia dell’Arcadia e dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere, Stella è stato studioso dei dialetti padani, soprattutto nelle loro relazioni con la lingua di scrittori quali Bonvesin de la Riva, Ludovico Ariosto, Carlo Dossi.

Dal 2005 all’ottobre 2023 è stato presidente del Centro nazionale di studi manzoniani, coordinando fino all’ultimo le celebrazioni per i 150 anni della morte di Manzoni: lo scorso 22 maggio è stato lui ad accogliere il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in visita a Casa Manzoni a Milano.

"È bello ed è importante ricordare questo dettaglio perché per il professor Angelo Stella quella giornata è stata il coronamento del suo impegno per Casa Manzoni", rammenta Novelli, professore ordinario presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegna Letteratura italiana contemporanea. "Non è stata l’unica giornata importante e vorrei anche ricordare che dallo scorso 7 novembre Manzoni è fra i Grandi di Santa Croce e di questo il professor Stella andava fiero".

Novelli aggiunge: "Sono sicuro che mi mancherà moltissimo...ogni volta che mi tocca prendere una decisione penso a cosa avrebbe fatto lui al mio posto. Per fortuna, in quasi vent’anni di presidenza, ha tracciato una strada che continueremo a seguire, con l’ambizione di aprirci sempre di più alla città".

Anche l’assessore alla Cultura del Comune di Milano, Tommaso Sacchi, ha voluto ricordare la figura di Angelo Stella, "uno studioso di altissimo livello e con un forte spirito civico". L’assessore ha poi rimarcato anche il prezioso contributo "per la messa a punto del palinsesto celebrativo per i 150 anni della morte di Manzoni. Di lui ci restano le numerose pubblicazioni". Prolifico fino alla fine, avrebbe scritto volentieri anche la prefazione di un libro (viene presentato a casa Manzoni lunedì) progettato con Interlinea e dedicato al Natale nella visione di Manzoni. "Purtroppo non ha potuto per le condizioni di salute ma l’ha pensato", assicura il professor Novelli. "Manzoni ha scritto due inni sacri dedicati al Natale, il secondo, Il Natale del 1833, rimanda al giorno in cui morì la sua amata moglie Enrichetta, ma rimase incompiuto. Il dolore era troppo grande. Sono pagine tutt’altro che zuccherine: Manzoni coltivava un’idea spoglia, severa, religiosa del Natale".

Nel periodo del Covid il professor Stella più volte è intervenuto sul parallelismo tra la peste del 1630 e il coronavirus. "Manzoni fa emergere la peste come il simbolo del male che deve spingerci a riflettere, spronarci a costruire un mondo migliore" diceva. "E come Manzoni anche lui spronava a ragionare ragionare sui comportamenti individuali. Questa è la sua grande eredità", conclude Novelli.

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