ELISA GUZZO VACCARINO
Cultura e Spettacoli

Miguel Ángel Zotto al Manzoni: “Io, rivoluzionario del tango ho danzato per il Papa...”

Porterà sul palco milanese i migliori talenti sulle note che hanno fatto la storia: “Per l’omaggio a Piazzolla ho scelto coppie di generazioni differenti. Dall’invito del maestro Muti a Sanremo, meravigliosi i 40 anni di carriera”

Miguel Ángel Zotto, 66 anni, con la ballerina Daiana Guspero, 39

Miguel Ángel Zotto, 66 anni, con la ballerina Daiana Guspero, 39

Milano – La comunità tanguera è già in massima allerta per “Tango. Historia de Astor” di Miguel Ángel Zotto che, forte di 40 anni di tango nel mondo, si prepara al debutto di questo show, dal 23 al 25 maggio al Teatro Manzoni. Astor è ovviamente Piazzolla, nelle mani della Tango Sonos Orquesta, e chi ama la musica si unirà a chi ama la danza per aggiudicarsi un posto in sala. Il 25 maggio è il “Día de la Patria”, che commemora la Rivoluzione del maggio 1810, primo passo verso l’indipendenza argentina, senza trascurare il fatto che il tango è patrimonio immateriale dell’umanità Unesco dal 2009. Tutto il progetto di “Tango. Historia de Astor”, regìa, drammaturgia e coreografia, è di Zotto, classe 1958, figura mitica del tango bonaerense salito in palcoscenico, autore di tante serate di successo in cui il tango, ballo popolare e sociale, è diventato materia per fare teatro, danza, cultura e spettacolo. Miguel Ángel Zotto, discendente di migranti lucani, in realtà Zotta, allievo di Rodolfo Dinzel, il primo a codificare il tango, e di Juan Carlos Copes, sarà al centro del palco con la fascinosa partner Daiana Gúspero, classe 1987, contornato dai ballerini della sua compagnia Tangox2, stavolta Gonzalo Cuello e Andrea Kuna, Cristian Luna e Ludovica Antonietti, Matteo Antonietti e Ravena Abdyli, Mauro Rodríguez e Suria López Echeverría.

Come ha scelto le coppie per questo omaggio a Piazzolla?

“Appartengono a più generazioni – dichiara il coreografo – da Gonzalo Cuello, che è il veterano dei miei spettacoli, agli Antonietti, fratello e sorella; lui balla con Ravena dal 2015 e sono campioni delle gare europee; Mauro e Suria sono argentini: una bella famiglia mista”.

Ci sarà musica anche di altri grandi, oltre a Piazzolla?

“Nella prima parte della serata quella di un grande come Aníbal Troilo, ‘il grassone triste’; Piazzolla, all’epoca d’oro, anni ‘30-‘40, con il bandoneonista-cantante Francisco Fiorentino, ha suonato per lui, che lo chiamava ‘gatto’ per via dei suoi interventi scattanti e sorprendenti. E non può mancare Carlos Gardel, ’l’usignolo’, che cantava meglio ogni giorno, la voce stessa del tango”.

Che caratteristiche ha l’orchestra scelta per questa “historia” del tango?

“Il sound, autentico, è a cura degli amici Sonos, i fratelli Antonio (bandoneón) e Nicola Ippolito (pianoforte), Alessio Menegolli (contrabbasso) e Simone Rossetti Bazzaro (violino)”.

I cantanti non sono strettamente “di tango”: cosa interpreteranno e come?

“Sono artisti giovani, Luca Gaudiano è qui dopo il successo a Sanremo 2021- Nuove Proposte, e Jessica Lorusso, ben nota nel mondo del musical, con voce angelica narra la storia di Astor, omaggiando anche Milva”.

Lei ballerà con Daiana Gúspero, sempre uniti artisticamente, oltre che genitori di due belle figlie; ballano anche loro?

“Durante la pandemia – ricorda Daiana – quando io davo lezioni da casa online, imitavano ogni mio movimento; adesso, che sono cresciute, non ci stanno seguendo; sono adolescenti e devono scoprire il mondo; ma se un giorno vorranno ballare il tango, noi ci saremo; io stessa sono stata la ‘bambina’ della compagnia”.

Quarant’anni di carriera sono un bel traguardo: ci sono dei momenti salienti da ricordare?

“Tanti, ma direi anzitutto – dichiara Miguel Ángel – aver ballato per Papa Francesco, la seconda volta di una coppia di tango in Vaticano dal 1923, quando Casimiro Aín mostrò qualche passo perché si trattava di approvare moralmente o meno questa danza abbracciata; esserci esibiti a Sanremo; aver presentato ‘María de Buenos Aires’ a Ravenna, su invito del maestro Muti; aver portato il tango al New York City Center, aver aperto la prima milonga a Roma, il Porteño prohibido a Milano e l’Academy a Venezia, oltre a ricevere il premio Positano che va di solito solo ai grandi ballerini classici e moderni”.

Lo spettacolo che si vedrà al Manzoni ha debuttato a Trani, città d’origine della famiglia Piazzolla, nel 2021, ricordando l’emigrazione, la fase di New York, quella di Parigi; nel mix di musica colta e popolare, quali tanghi di Astor spiccano?

“I suoi capolavori: da ‘Libertango’ a ‘Adiós Nonino’, da ‘Triunfal’ a ‘Milonga del Ángel’, fino a ‘Quejas de Bandoneón’; se Piazzolla fosse vivo, si stupirebbe che, superate le incomprensioni, anche di Borges, la sua musica ora sia ovunque, amata da tutti; per noi ogni nota è un’emozione, ogni passo una storia”.

Come e quando la sua strada si è incrociata con quella di Piazzolla, entrambi innovatori del tango?

“Ho conosciuto Astor nel 1989 a Parigi. Io portavo in scena un mio spettacolo e lui mi complimentò; poi mi affidò le coreografie per Broadway di ‘María de Buenos Aires’, opera-tango sul libretto di Horacio Ferrer, il quale mi ha indicato come ‘il più grande rivoluzionario dell’epoca attuale della storia del tango’; massimo onore”.