ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Matteo Bocelli: "Questo pezzo è un inno all’amore"

Figlio d’arte, ha pubblicato il nuovo singolo 'Dimmi', prima canzone in italiano scritta con Mahmood e Sylvia Tofany

Matteo Bocelli

Milano - L’importanza di essere Matteo. Col cognome-macigno che si ritrova sulle spalle, il secondogenito di casa Bocelli ha coraggio da vendere nel provare a ritagliarsi un posto nel mondo della musica. Ma babbo Andrea gli ha insegnato che la carriera (e che carriera) è dedizione, studio, sacrificio, e lui nel nuovo singolo “Dimmi” mostra di aver imparato la lezione. Ieri ne ha parlato in redazione al Giorno, componendo il puzzle di un anno che si annuncia cruciale per il suo cammino d’artista, con l’uscita del primo album e la pubblicazione del primo duetto importante (esperienze familiari escluse, naturalmente).

“Dimmi” è la sua prima canzone in italiano.

"Questo singolo doveva arrivare. Anche in un progetto internazionale, infatti, è importante mantenere la propria identità, dare al pubblico un’idea ben definita di quel che siamo. Il pezzo è un inno all’amore che ho scritto con Mahmood e Sylvia Tofany. Una goccia in quel mare d’amore di cui ci sarebbe enorme bisogno in questo momento".

Singolare che i predecessori “Solo” e “Close”, benché cantati in inglese, avessero video ambientati sulle Dolomiti e a Verona, mentre questo, cantato in italiano, è accompagnato da un video girato a Brooklyn.

"L’abbiamo fatto per creare un po’ di contrasto e dare ad un brano italiano un contesto internazionale. Dovendo scegliere una cornice italiana l’avrei girato a casa, in Toscana".

Fra i tanti duetti di suo padre, quale gli invidia di più?

"Probabilmente ‘The prayer’ con Céline Dion. Profondo e geniale pure dal punto di vista della costruzione musicale".

Una partner ideale.

"Ce ne sono tante. Mi piace molto Adele".

La sua prima incisione?

"Un giorno a Miami il produttore David Foster, che frequentando casa conosceva bene la mia voce, mi chiese di registrare una piccola parte mancante all’interno di un brano di mio padre. Il babbo non si accorse di nulla, ma da quel momento per Foster il mio nomignolo fu ‘spare part’, pezzo di ricambio".

Parliamo dei suoi traumi giovanili, a 19 anni ha fatto una campagna pubblicitaria con Jennifer Lopez.

"Lo stilista Paul Marciano è un amico di famiglia. Un giorno, guardandomi, mi propose di posare per Guess. Lì per lì pensai di aver capito male.

Modello io? Non mi ci vedevo proprio. E invece mi ritrovai davanti all’obiettivo del fotografo, con J.Lo. sensualmente distesa sul pianoforte della villa di Los Angeles in cui era ambientato il servizio. Commento di mio padre: beato te".

A 24 anni ha già cantato davanti al Papa e al Presidente degli Stati Uniti.

"Tutto merito del babbo, che mi ha portato con lui. Incontrare il Papa è già di suo un’esperienza straordinaria, cantare per lui è davvero incredibile. Stessa cosa farlo con Biden… alla Casa Bianca!".

Domanda al nerazzurro, l’Inter quest’anno ce la fa?

"Forse sì, ma è dura. Erano anni che non si vedeva un campionato così combattuto e così bello".