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“Sposerò Simon Le Bon”: il film cult e la Duran Duran mania nella Milano da bere degli anni Ottanta

Milano, esterno notte. Una ragazzina in abito da sposa saltella in piazza Duomo dove la aspetta il suo idolo per portarla all’altare. Una scena entrata nell’immaginario collettivo di tante teenager. Perché è l’incipit di una film che segnò un’epoca e una generazione, tratto dal romanzo omonimo dell’allora 15enne milanese Clizia Gurrado

Un frame del film

Un frame del film

Milano, 13 febbraio 2025 – Milano, esterno notte. Una ragazzina in abito da sposa saltella in piazza Duomo dove la aspetta il suo idolo, il cantante dei Duran Duran, per portarla all’altare. Una scena entrata nell’immaginario collettivo di tante teenager. Perché è l’incipit di una pellicola cult,  “Sposerò Simon Le Bon’’. Un film che segnò un’epoca e una generazione, quelle della Milano da bere e dei paninari e che nasceva dall’omonimo libro, autobiografico, pubblicato un anno prima diventato un vero e proprio caso. Autrice: Clizia Gurrado, allora 15enne, oggi giornalista e scrittrice

 foto storica dei Paninari di fronte al Burghy di piazza San Babila
foto storica dei Paninari di fronte al Burghy di piazza San Babila

La pellicola negli anni è diventata un cult per la sua capacità di raccontare la Milano di allora e – soprattutto – il fenomeno Duran Duran. “Avevo 15 anni. E tra una versione di latino e una di greco al liceo Berchet e i dischi di Vecchioni che si ascoltavano a casa, era spuntato questo gruppo inglese dalle acconciature mechate. Crescevamo e dall’immaginario del principe azzurro siamo passate al cantante belloccio e affascinante, con un nome da romanzo” aveva raccontato l’autrice del libro a Il Giorno. 

Come nacque il libro? “È un diario di classe, con dialoghi tra studentesse, le prime cotte, i pomeriggi a guardare Videomusic. E ogni giorno ci sposavamo. Lasciai cinquanta fogli battuti a macchina in un plico nella portineria di una casa editrice di fianco alla scuola (ndr Piccoli). Li catturò il titolo, mi richiamarono. Non uscì mai in libreria, esclusivamente in allegato a una rivista (ndr Videomusic)”. 

E se oggi diventare virali è questione di un clic, allora la musica (in tutti i sensi) era diversa. "Non avevamo internet e andavamo in edicola per la collezione di poster. Eravamo impazzite. Sfogliavamo Cioé o Ragazza In. Ma anche i giornali stranieri che avevano le nuove foto delle nostre band. Ci dividevamo tra i Duran Duran e gli Spandau Ballet. George Michael e gli Wham mettevano tutte d’accordo” ha raccontato Gurrado ripercorrendo quegli anni memorabili. La band questa sera tornerà sul palco dell’Ariston e si prepara a date evento in Italia, al Circo Massimo a Roma e agli I-Days a Milano, il 20 giugno