ANDREA SPINELLI
Cultura e Spettacoli

Titizè, un sogno veneziano agli Arcimboldi: “Gioco magico e ingenuo da commedia dell’arte”

In cartellone tre notti di onirismi acrobatici. Intervista al regista Daniele Finzi Pasca

Il regista svizzero Daniele Finzi Pasca

Il regista svizzero Daniele Finzi Pasca

Milano – Affiorato l’estate scorsa in Laguna per le celebrazioni dei 400 anni del Teatro Goldoni, “Titizé - A Venetian Dream” racconta la Serenissima col linguaggio dei sogni per immergere il pubblico degli Arcimboldi in un mondo sospeso tra le brume di quelle calli e quei campielli da cui affiorano cavalli danzanti, sirene volanti, delfini più leggeri dell’aria.

Tutto con l’estetica circense di Daniele Finzi Pasca, gran giocoliere del gesto e del pensiero che in 40 anni di attività ha firmato tre cerimonie olimpiche, due spettacoli per il Cirque du Soleil, opere liriche entrate nel repertorio dei più titolati teatri al mondo. Tre notti di onirismi acrobatici in cartellone da martedì a giovedì prossimi.

Finzi Pasca, in un anno di rappresentazioni lo spettacolo è cambiato molto?

“Durante il periodo di creazione si lasciano sempre delle questioni aperte. Una cosa, ad esempio, è vedere fluttuare un fantasma sulla scena, un’altra è vederglielo fare appeso per i capelli. Sono questi i dettagli a rendere uno spettacolo un continuo lavoro di cesellatura”.

“Titizé” in veneziano significa “tu sei”. Spostandosi di città in città la risposta resta sempre la stessa?

“Il nostro è uno spettacolo dedicato alla figura di Goldoni e alla commedia dell’arte, quindi spostandosi di città in città, di paese in paese, la differenza c’è. Ma il pubblico non viene a scoprire tanto la Venezia vagheggiata sulla scena, quanto un’altra interpretazione della commedia dell’arte”.

Ma i Pulcinella dipinti da Tiepolo a Ca’ Rezzonico quale allegoria della caduta della Repubblica Veneziana, mantengono questa loro forza espressiva pure lontani dalla Laguna?

“Provo a cogliere con un gioco ingenuo quanto di magico c’è dietro ad una città e alla sua cultura. Quindi ad un veneziano certe allusioni colgono in una zona dell’intimo evitando lo stereotipo, mentre ad un milanese, magari, stimolano la voglia di andarla a scoprire al di là delle immagini da cartolina”.

E la musica?

“Di solito la giocoleria viene accompagnata dalla frenesia di una musica ritmata, mentre quella composta da Maria Bonzanigo per ‘Titizé’ è completamente rarefatta, cosa che la sposta di dimensione lasciandola come sospesa sull’acqua”.

In questo spettacolo affianca macchine sceniche figlie di una sapienza teatrale antica e soluzioni modernissime.

“Le macchine sceniche sono quelle che costruiscono stupore. E di registi abituati a sorprendere di casa a Milano ce ne sono stati tanti, a cominciare da Strehler con la sua ‘Tempesta’. Tutto è finalizzato ad un gioco scenico dove il trucco è visibile, e diventa quasi una citazione dei film di Georges Méliès”.

“Corteo”, suo primo lavoro per il Cirque, ha appena compiuto vent’anni e il prossimo febbraio cadranno i venti pure della sua prima cerimonia olimpica. Che sfide ha davanti oggi?

“La più importante è quella di continuare a portare avanti questa mia Compagnia. In parte siamo gli stessi che hanno iniziato quarant’anni fa a Pontedera al Workcenter di Jerzy Grotowski e oggi si ritrovano in una nuova messa in scena del ‘Flauto magico’ a Zurigo come in ‘Prima facie’, testo teatrale dirompente dell’australiana Suzie Miller in cartellone al Franco Parenti dal 25 al 30 novembre”.