DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Gianrico Carofiglio e il “Rancore” da ascoltare. “Amo Milano, è specchio dell’inquietudine di Penelope”

Arriva la versione audio del romanzo dello scrittore-magistrato, in un progetto con 14 attori. “Da tempo volevo scrivere un romanzo ambientato in questa città che amo e in cui spesso mi sono ritrovato a lavorare”

Gianrico Carofiglio scrittore e autore (Photo by Roberto Serra / Iguana)

Gianrico Carofiglio scrittore e autore (Photo by Roberto Serra / Iguana)

Milano – Penelope Spada è una di quelle donne di cui ci si innamora in un secondo. E se già succede sfogliandone i libri, figurarsi in un adattamento audio che profuma di teatro e ricorda certi sceneggiati radio di una volta: grandi cast e storie appassionanti. Come succede con “Rancore”, ultima avventura dell’ex pm milanese inventata da Gianrico Carofiglio, produzione Chora Media, da oggi su Audible. Dall’omonimo romanzo, un progetto ambizioso che ricostruisce il giallo attraverso un cast di 14 attori (fra cui Valentina Mandruzzato, Elio De Capitani, Daria Deflorian). Rimane solo da ascoltare.

Carofiglio, per assurdo il progetto ricorda il teatro.

“È una serie audio, a puntate, concetto che mi piace moltissimo. Il paesaggio sonoro ti immerge infatti nelle vicende e nel realismo senza però l’immaginario immobile dello schermo. Questo ti permette di dare tu la forma che desideri a ciò che stai ascoltando, come nella lettura. Che infatti rimane la modalità di consumo culturale più creativa”.

E lei come se la immagina Penelope?

“Una bella donna dall’aria tormentata, intorno ai 45 anni, ex-atleta di salto con l’asta, femminile ma con qualcosa di mascolino nei modi, nel carattere. Me la immagino bruna. E poi sì, con questo sguardo che a volte si perde, come se indugiasse nel territorio del tormento”.

Quanto è coinvolto in questi progetti paralleli ai suoi libri?

“A seconda dei casi chiedo un maggiore o minore coinvolgimento. A breve ad esempio uscirà la nuova serie tv Rai sull’avvocato Guerrieri, con protagonista Alessandro Gassmann e nella lavorazione ho preteso di controllare tutto ciò che riguardasse la parte processuale per evitare strafalcioni, considerando che è stato a lungo il mio lavoro. Per Penelope mi sono concentrato più sull’indagine, che ha le sue liturgie e le sue regole, spesso raccontate piuttosto male. In generale mi assicuro sempre che i progetti rispettino lo spirito dei libri e dei personaggi”.

Quanto è stata importante Milano?

“Da tempo volevo scrivere un romanzo ambientato in questa città che amo e in cui spesso mi sono ritrovato a lavorare. All’epoca tante nostre indagini si sviluppavano sull’asse Puglia-Milano. Ci abiterei per almeno otto mesi all’anno, non però in estate. Nei libri poi la città è a tutti gli effetti una coprotagonista, specchio dell’inquietudine di Penelope”.

Le manca il lavoro da pm?

“No, mi può mancare in certi momenti nostalgici come mi può mancare l’università, ma non per questo la vorrei rifare”.

L’esperienza da senatore?

“Continuo a occuparmi di politica, scrivo saggi, partecipo al dibattito pubblico cercando di condividere in maniera onesta e comprensibile le mie opinioni. Non so se accetterei però di nuovo di assumermi quel tipo di responsabilità, mi pare improbabile, valuterei con grande attenzione”.

Cosa ne pensa del referendum?

“Che è stato l’ennesimo grande e del tutto prevedibile errore politico. A partire dalla scelta di proporre cinque quesiti di cui quattro molto complessi per i non addetti ai lavori. Una preziosa istituzione democratica è stata ancora una volta svuotata di senso, per divenire oggetto di schermaglie politiche modeste”.

Nell’editoria invece cos’è che non sopporta?

“Dappertutto ci sono i cretini, le persone intelligenti, i bluff destinati ad essere scoperti, prima o poi. Non mi piace però l’atteggiamento di supponenza verso il mondo che hanno alcuni autori, quel sentirsi superiori. Dovrebbero ricordarsi che riguardo alla scrittura Brecht parlava di falegnameria”.

E lei da quali falegnami si è lasciato ispirare?

“Sull’argomento la categoria tende a condividere fesserie importanti per tirarsi fuori dalle interviste. Ma io devo qualcosa a Carver. Ho imparato da lui la pulizia nel periodo, un nitore”.

Tre libri su tutti?

“’I Miserabili’ di Victor Hugo, ’L’idiota’ di Dostoevskij, ’Il processo’ di Kafka, capolavoro supremo”.