Milano, 18 settembre 2024 - Raccontare Milano non è semplice, comporta un’attenzione minuziosa e la curiosità giusta per lasciarsi meravigliare da ogni angolo della città. Lo sa bene Caterina Zanzi, 36 anni, sangue milanese e un bagaglio di esperienze che nel 2014 l’hanno portata a ritagliarsi un suo spazio dove raccontare la città in cui è nata, metropoli dall’energia irrefrenabile e in continua evoluzione: con queste prerogative dieci anni fa è nato Conosco un posto, blog di riferimento dei milanesi in cerca di idee, spunti, consigli di ogni tipo. E in evoluzione come Milano, anche Conosco un posto si è evoluto e ha raggiunto risultati straordinari, supportato da una community attenta e di fiducia che si ritroverà a festeggiare il traguardo in occasione di Conosco un aperitivo, evento giunto alla sesta edizione e già sold-out dopo poche ore dall’annuncio. Venerdì 20 settembre Caterina, l’intero team di Conosco un posto e la community soffieranno insieme le dieci candeline sulla torta: e tra canti, balli e brindisi non mancheranno le sorprese.
Partiamo dai numeri: 10 anni, una redazione composta da 7 collaboratori, un milione di visualizzazioni di pagine al mese, 230mila follower su Instagram, un libro pubblicato primo in classifica per un mese a Milano e svariati gadget ed eventi di cui ho perso il conto. Diciamoci la verità: quali di questi numeri non avresti mai immaginato nel 2014? “Credo conti più la sostanza dei numeri, detto che i numeri sono comunque un grandissimo riconoscimento che arrivano con il tempo e grazie ad un team affiatato con cui lavoro da tanti anni. La cosa che mi rende più orgogliosa è essere riuscita a tenere un punto fermo sull’approfondimento: cerchiamo di dare spunti sui social, ma di affiancarli agli articoli sul blog, pensati per chi è curioso, vuole approfondire e attingere a idee su viaggi, guide di quartiere, consigli di libri, ristoranti e via dicendo”.
“Conosco un posto” non è solo un blog su Milano: è un costante racconto di viaggi, di consigli di lettura, di mostre ed eventi culturali. E questo è sempre stato così dai suoi inizi: come non si è snaturato della sua essenza nonostante il mondo social sia nettamente cambiato in questi dieci anni? “Per noi rimane importare mantenere una qualità che non sempre è semplice da rendere in 30 secondi di reel e che si è adeguata ai social che cambiano. Quando ho iniziato Instagram era agli albori, ho aperto un blog perché era “dell’epoca” e su Milano eravamo in pochi: poi aprire la pagina Facebook collegata è stato un attimo, successivamente è arrivato Instagram con le foto, poi le stories e i reel, Tik Tok. Abbiamo ideato anche una newsletter a cui dedichiamo tante energie e che è anche il modo per sganciarci da piattaforme che prediligono la velocità e che spesso si sottomettono ai trend del momento in una maniera un po’ sterile. Cerco di continuare a differenziarmi dal trend roboante del web senza tuttavia essere troppo seriosa: sicuramente una grande mano la dà la community di Conosco un posto, che è attenta alla qualità di quello che si va a proporre e che si rispecchia nel team, e viceversa. Io influenzo i miei follower ma anche i miei follower influenzano me, e tutto ciò è molto stimolante”.
Negli ultimi tempi si è rimessa in discussione la credibilità di chi lavora sui social: ti definisci influencer? Come gestisci questa esposizione sapendo che c’è un faro puntato su di te? Quanto della tua vita privata confluisce nel lavoro? “Sì, mi rivedo nella categoria perché credo che “influencer” sia chiunque abbia un’ampia platea a cui si rivolge quotidianamente quindi posso essere io, un attore, un giornalista che ha tanto seguito sui social e via dicendo. Mi rendo conto di avere il privilegio di poter parlare a una platea vasta, costituita da persone diverse tra di loro e da me e con idee magari diverse da quelle che esprimo io. Penso che questo faro puntato sulla categoria abbia fatto bene al settore e abbia portato a riflessioni dovute: sicuramente questo non è il momento della leggerezza, motivo per il quale io stessa, che in passato sono forse stata più leggera anche per via di un’età diversa e di numeri differenti, oggi mi sono evoluta. Rispetto a prima distinguo ancora più nettamente la vita privata da quella pubblica. Cercando comunque sempre di non perdere il contatto con le persone condividendo le cose che mi piacciono, che sono poi anche il motivo per cui è nato Conosco un posto”.
Nella tua vita in realtà non c’è stata solo Milano: Bruxelles, San Francisco e Roma le hai chiamate “casa” per brevi o lunghi periodi in cui ti sei trasferita. Poi però sei tornata e hai scelto di raccontare Milano: dove sta la sua unicità? “Milano in realtà non è una città semplice e facile in cui vivere. La mia scelta è stata fatta anni fa e l’ho presa perché sono nata qui, qui c’è la mia famiglia, i miei amici e il mio affetto nei confronti della città è del tutto personale. Riconoscendone tutti i limiti del caso, spero che la situazione in città migliori soprattutto rispetto al tema del costo della vita e del diritto all’abitazione”.
Milano ammalia, attira, seduce ma spesso abbandona: in questi anni non abbiamo avuto bisogno della classifica del Sole 24ore per renderci conto che la città è meno sicura ma in cosa hai visto un cambiamento in negativo? E, bilanciando questo, in cosa invece l’hai vista resistere: cosa “rimane” a Milano di unico? “Milano ha dalla sua di essere l’epicentro del lavoro in Italia a livello di impiego ma il crollo del brand “Milano” ha contribuito alla revisione del mito del lavoro, mito che ha trovato appunto terreno fertile in questa città e che, una volta crollato, ha contribuito a far perdere appeal anche alla città, e viceversa. Eppure, nonostante queste problematiche sociali ed economiche siano innegabili, negli ultimi anni c’è stato il pieno di turisti: questo significa che qualcosa Milano deve pur avere. Sicuramente ci sono le opportunità per il proprio tempo libero, i calendari culturali sempre affollati. Il tema vero è che se una persona si trasferisce per lavorare e questo lavoro risucchia il 90% della giornata, poi il tempo libero non rimane”.
Il luogo a cui sei più affezionata di Milano e in cui vai quando vuoi lasciarti meravigliare dalla città? “Mi piace in realtà andare alla ricerca e lasciarmi stupire: di recente sono stata in zona Certosa dove c’è un progetto di riqualificazione e per il mio lavoro è stato interessante scoprire questa novità da raccontare anche alla community. Un luogo in cui mi piace sempre passeggiare è Corso Magenta, costeggiare Santa Maria delle Grazie e il chiostro delle Rane, arrivare in via Meravigli e curiosare tra i negozietti per finire nelle Cinque vie (e ammirare le sciure di quei quartieri!)”
Conosco un aperitivo quindi è il coronamento di questo traguardo e vuole essere anche un momento d’incontro con chi ti segue: quali saranno le novità per festeggiare le dieci candeline sulla torta? L’evento, giunto alla sesta edizione e già sold-out, sarà in zona Bicocca al Fuorimano, un luogo a cui siamo affezionati. Ci saranno momenti mangerecci e beverecci, insieme a tre aziende che ci hanno sostenuto anche in questa occasione, Collistar, Birra Messina e Cortilia, oltre al deejay set e al karaoke. In realtà è un evento che chiuderà un cerchio per aprirne un altro: sarà l’occasione per festeggiare il nostro rebranding! Sentivamo l’esigenza di cambiare immagine e sceglierne una che ci rispecchiasse anagraficamente, più in linea con i tempi e che ci rappresentasse. Da ottobre ci sarà un nuovo volto, un nuovo logo e una nuova identità che si rifletterà su tutti i nostri canali e ricominceremo così. Un po’ da zero, ma sempre insieme alla mia incredibile squadra e, ovviamente, alla community.
“Conosco un posto nel mio cuore dove tira sempre il vento”: dove tirerà questo vento nei prossimi anni? Quello che continueremo a fare sarà cercare di fare bene il nostro lavoro, sempre chiari e rispettosi con la community. L’obiettivo è mantenere alla base il patto con chi ci segue da sempre: per questo mi piacerebbe creare sempre più occasioni di incontro e iniziative legate al territorio. Mi piacerebbe anche continuare a dare il nostro contributo sociale per rimettere in circolo parte dell’amore e dell’energia che Milano ci ha dato e quindi renderci utili e coinvolgere la nostra community: prima dell’estate abbiamo pulito il Naviglio insieme e ci siamo divertiti, oltre che esserci sentiti un po’ più utili per la città.