
Chiara Galiazzo
Milano – Ode a Chiara Galiazzo, che al momento di presentare il nuovo singolo “Valore” non s’è fatta problemi ad ammettere sui social di averlo proposto a Sanremo, ma di essere stata “segata pure quest’anno”. Ammissione a cuore aperto e senza rancori per Carlo Conti, che nel 2017 è stato l’ultimo a regalarle l’ebbrezza dell’Ariston con “Nessun posto è casa mia”, nell’attesa di tornare domani sul palco del Blue Note con un doppio show (quello delle 20 sold-out) e voltare pagina ancora una volta.
“Penso sempre che il problema non sia tanto cadere, quanto il modo in cui ci si rialza”, ammette la cantante padovana, classe 1986. “Ecco perché al Blue Note distribuirò tante bamboline Daruma evocando lo spirito della canzone omonima, inserita nell’album ‘Bonsai’, che più o meno è: se cadi sette volte te ne rialzi otto”. Firmato da Chiara stessa assieme a Giovanni Rinaldi, Alessandro Casillo e Daniele Autore, “Valore” è una delle anteprime live della serata. “Forse eseguirò pure ‘La vita che si voleva’, che ho scritto dopo la scomparsa di nonna Zita, vero e proprio pilastro della mia vita” anticipa. “Per farlo, però, dovrò sentirmi nello stato d’animo giusto e finora, in prova, non è successo. È più forte di me. Comunque, intendo provarci”.
Il suo ultimo Blue Note, l’ha fatto tre anni fa.
“Già, ospite del Trio della pianista Sade Mangiaracina. Anche se l’ultimo concerto tutto mio risale addirittura al 2020, al Ride di Porta Genova. Quindi non vedo l’ora di reincontrare quelle persone con cui in questi anni, grazie ai social, non ho mai perso contatto, e soprattutto di ritrovare MIlano. Visto che ormai mi considero figlia adottiva di questa città. Sono contenta che accada al Blue Note, palco intimo, emozionale, la mia dimensione ideale. Il mio mondo giusto”.
La conquista più importante fatta in questi anni?
“Ho lavorato molto su di me, oltre che sulla mia musica. Ora, finalmente, ogni cosa che faccio è un piccolo passo lungo una strada che so esattamente dove mi porterà”.
Bambole Daruma a parte, cos’è che le infonde sicurezza?
“La luce. Siccome a Milano ne vediamo poca, quando c’è ti cambia la giornata”.
Cosa l’ha spinta a metabolizzare il passato e voltare pagina?
“Credo che oggi come oggi per un artista sia molto difficile fare una carriera artistica felice se prima non ha lavorato su sé stesso. Soprattutto dopo l’avvento dei social, se sei un personaggio pubblico devi avere un forte equilibrio con te stesso per reggere il giudizio evitando di stare male”.
A lei, tredici anni fa, la notorietà è arrivata tra capo e collo.
“La cosa non ha aiutato di sicuro: ho dovuto prendere le misure a questo lavoro. E non è stata proprio una passeggiata. L’alternativa avrebbe potuto essere fare la commercialista, visto che ho una laurea in Economia, ma diciamo, eufemisticamente, che sono più portata per la musica”.
Dopo quelli con Fiorella Mannoia, Mika, i Desideri, J-Ax, il prossimo duetto con chi le piacerebbe farlo?
“Con l’americana Yebba, mi piace molto. Perché dall’altra parte dell’Atlantico si sperimenta più che da noi”.
Un sogno ancora chiuso nel cassetto?
“Poter portare un giorno le mie canzoni sul palco del teatro Arcimboldi”.