Al Parini torna “La Zanzara” 58 anni dopo: le studentesse di oggi sulle orme di Claudia Beltramo Ceppi

L’ex pariniana propose l’articolo “dello scandalo” nel febbraio 1966 e finì alla sbarra insieme ai due compagni. Ora torna nel suo liceo a parlare con le ragazze

Claudia Beltramo Ceppi, seconda da destra, con il numero originale de “La Zanzara“ e i professori del liceo classico Parini

Claudia Beltramo Ceppi, seconda da destra, con il numero originale de “La Zanzara“ e i professori del liceo classico Parini

Milano – “Cosa ne pensano le ragazze d’oggi?": questo il titolo dell’articolo de La Zanzara pubblicato nel mese di febbraio del 1966, finito alla sbarra con i suoi tre giovanissimi autori e al centro di un caso politico e mediatico nazionale. Cinquantotto anni dopo sarà il titolo e lo spunto di un numero speciale dello Zabaione , il giornale indipendente del liceo classico Parini. "Stesse domande alle studentesse, stessa impaginazione, stesso spirito", assicurano i giovanissimi redattori. E ci sarà anche la voce di chi diede il via all’inchiesta: Claudia Beltramo Ceppi. Aveva 17 anni quando propose ai compagni - Marco Sassano e Marco de Poli (direttore de La Zanzara ) - di intervistare per la prima volta solo le studentesse. L’articolo uscì il 14 febbraio del 1966. "Non avrei mai pensato che un articolo così avrebbe scatenato un commentino, figuriamoci un putiferio", confessa l’ex pariniana alle studentesse che la intervistano nell’aula magna di via Goito, Jessica Stefanini e Viola Pilo, direttrice e vicedirettrice dello Zabaione .

"Per tanti anni ho evitato interviste: ogni dieci anni mi chiedevano le solite banalità sulla Zanzara, non volevo più parlarne – racconta Claudia Beltramo Ceppi –. Parlarne qui, in un periodo complicato in cui si dice che i giovani non si interessino di nulla, mi è sembrato molto interessante. E anche utile". Dagli archivi del Parini è appena riemersa pure la stampa originale di quel numero, custodita dal preside Massimo Nunzio Barrella. Si ripercorrono insieme le tappe, dal primo volantino dei pariniani cattolici che gridavano allo scandalo e che minacciavano di ritirare i figli, alle pagine dei giornali, col volto della stessa Claudia, minorenne, accanto al titolo “Gli studenti peccatori".

Si ricordano le assurde visite mediche in Questura alle quali furono sottoposti Sassano e De Poli e il rinvio a giudizio con l’accusa di "oscenità a mezzo stampa e pubblicazione clandestina". Poi le proteste degli studenti per la libertà di espressione, i tentativi di mettere a tacere altri giornali (sul Mister Giosué, del liceo Carducci, vennero vietati 16 articoli su 20 e gli altri quattro furono rimaneggiati pesantemente). Il 2 aprile la vittoria: "Il fatto non costituisce reato". Ma non fu semplice per Claudia Beltramo Ceppi neppure dopo: "De Poli ricevette un messaggio da Aldo Moro, Sassano una lettera di meriti da Pietro Nenni e io... prima sono stata bocciata in storia e filosofia, senza motivo, poi riammessa dal preside che mi chiese però se avessi intenzione di cambiare liceo – racconta –. Non lo feci, ma cambiai tre sezioni in un anno, perché c’erano genitori che protestavano per la mia presenza". Studiò poi Architettura al Politecnico, si laureò in Filosofia con una tesi su Nietzsche, ha dedicato la sua vita all’organizzazione di mostre d’arte. L’essere bollata come "quella della Zanzara" le è sempre stato stretto: "Volevo semplicemente essere io".

Torna alle interviste della sua inchiesta: "Noi eravamo state educate da mamme che non avevano ancora il diritto di voto – ricorda –. È emozionante vedere quante ragazze ci sono qui oggi: porteranno avanti questo discorso di libertà e autonomia che noi abbiamo impostato". Sfoglia lo Zabaione: "I temi non sono poi molto diversi da quelli che trattavamo sulla Zanzara, non è vero che ai giovani non importa nulla. Ma mi ha colpito però leggere i nomi delle liste di rappresentanza di oggi: Euforia, Amore a prima vista, Hasta la vista... spiritoso ma mi sembra contrasti un po’ col contenuto del giornale".

Chiede ai giovani redattori il motivo: "Fare informazione è un atto politico. Si è un po’ ribaltata la frittata – risponde Jessica Stefanini –. Adesso chi vuole dedicarsi alla rappresentanza ha un po’ perso quello spirito politico che c’era ai tempi della Zanzara e che si è riversato sul giornale". Che ha avviato la nuova indagine sulle ragazze tra "educazione familiare", "sesso e società", "il problema morale e religioso", "matrimonio e lavoro", "impegno collettivo o impegno di elite?". "Stesse domande di allora – spiegano –. Vogliamo fare rivivere quell’esperienza alle pariniane di oggi. E anche se c’è un abisso tra quegli anni e i nostri, ci sono temi che tornano, come l’educazione sessuale a scuola, che si chiede, che non arriva e che è ancora tabù".

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