
Stasera alle 18:45 a San Siro il Milan farà il suo esordio in Champions League contro il Newcastle. Il club inglese torna a disputare la massima competizione europea dopo 20 anni di astinenza grazie agli importantissimi investimenti sul mercato garantiti dal gruppo saudita Public Investment Fund (PIF), ovvero uno dei più grandi fondi sovrani del mondo con un patrimonio totale stimato di oltre 776 miliardi di dollari, che nell'ottobre 2021 ha acquistato il club del Nord dell'Inghilterra.
Proprio in occasione della visita degli inglesi a Milano, lo street artist Alessandro Palombo ha deciso di lasciare il segno. L'artista ormai famoso per i suoi murales di denuncia ha dipinto nella zona limitrofa allo stadio di San Siro calciatori e allenatori che quest'estate hanno ceduto alla tentazione dei super stipendi offerti dalle squadre della Saudi League.

Chi c’è nel murale
Nei graffiti sono ritratti: Moḥammad bin Salmān, proprietario del Newcastle, Primo ministro saudita ed erede al trono, accanto a Roberto Mancini, nuovo tecnico della della nazionale dell'Arabia Saudita. Poi la carrellata di stelle che sono sbarcate in Arabia: da Neymar Jr, ex calciatore di Psg e Barcellona, a Cristiano Ronaldo e il pallone d'oro in carica Karim Benzema.

Tutte questi protagonisti del mondo del calcio sono ritratti con un pallone insanguinato in mano come simbolo dell'operazione di sportwashing (ovvero il tentativo di migliorare la percezione della nazione tramite lo sport) in atto nel Paese arabo, dove sono negati diritti umani fondamentali, dove la censura, la misoginia e l'oppressione della libertà delle donne, le torture, la pena di morte, i massacri dei migranti, gli stupri, le discriminazioni sessuali e la negazione dei diritti L.G.B.T.Q. negati sono pratiche ancora ampiamente accettate.

Le parole dell’artista
L'opera infatti si titola "Welcome to Saudi Arabia" e il suo creatore ne ha parlato così: “Abbiamo visto giocatori mettersi in ginocchio contro il razzismo, con il volto dipinto di rosso contro la violenza sulle donne, indossare fasce arcobaleno al braccio a sostegno della comunità LGBTQ e condannare la guerra, adesso vediamo calciatori e allenatori che prestano il loro volto all'Arabia Saudita di Mohammed bin Salman, un paese tra i più oscurantisti, misogini e feroci di sempre, dove i diritti umani, la libertà per le donne e quella della comunità LGBTQ non esistono e qualsiasi segno di appartenenza ad una religione diversa dall'Islam viene punito.
Non possiamo voltarci dall'altra parte davanti al vero volto del regno di Mohammed bin Salman perché questo non è un gioco ma un disegno politico con cui l'Arabia Saudita usa il calcio come mezzo di distrazione di massa per insinuarsi nelle nostre vite e assopire le nostre coscienze, non siate complici di questo processo di colonizzazione della nostra libertà perché in Arabia Saudita la libertà non esiste”.